In questo periodo difficile per la nostra gloriosa e antica Repubblica la gente, i concittadini, i residenti e i lavoratori che tutti i giorni varcano il confine sono confusi, preoccupati e arrabbiati.
Ma arrabbiati con chi?
Con chi ci sta governando da 14 mesi?
Con chi ci ha governato negli ultimi 20 anni?
A seconda della bandiera di appartenenza, o a seconda degli interessi propri da tutelare, o per la paura di esporsi – molti di noi – anche se in cuor nostro vorremmo esternare la verità, i dubbi, le perplessità, le teniamo tutte dentro – costretti a mostrare una maschera, magari sorridente – nella speranza che la situazione migliori.
No, signori, con queste prerogative il nostro paese non si rialzerà, non potrà sperare in un futuro migliore, ma andrà verso il baratro.
Ma una cosa tutti noi sappiamo che molti potenti di turno, ma soprattutto quelli che sono stati al comando della cosa pubblica per tanti anni, certamente sono i maggiori responsabili.
E allora?
Allora ci vuole un cambio dirigenziale politico e di governo.
Ci vuole un taglio netto alla vecchia politica clienterale ed affaristica, alle lobby potenti che stanno rovinando il nostro paese, ai politici presuntuosi ed affaristi, facendoci credere di essere indispensabili per il paese.
Il politico deve essere al servizio del proprio paese, deve essere una persona onesta, capace e statista, anche se questo termine è troppo grande per la nostra realtà; in politica oltre alla capacità intellettuale occorre coraggio e buon senso.
Ci vuole una svolta di mentalità, di azione politica, di una visione più ampia, proiettata verso il futuro, con programmi che traccino la politica economica e di sviluppo per i prossimi 10 e 20 anni.
La nostra classe politica non è all’altezza di farlo o non lo vuole?
In tutti e due i casi, la gente reagirà, farà una rivolta morale, forte, decisa, contro i personalismi della politica, i politici affaristi, i poteri forti che vogliono influenzare la politica oltre ogni limite, erigendosi paladina dei diritti dei lavoratori, degli artigiani e dei pensionati, i quali rischiano – con questo andazzo – di trovarsi fra qualche anno con un pugno di mosche.
Occorre dire basta a questa situazione e a queste prospettive.
Dire basta a quelli che hanno avuto le maggiori responsabilità politiche degli ultimi 20 anni. E’ ora che questi signori usino il buon senso, tornando cittadini comuni , che poi comuni non saranno mai perché nel frattempo si sono creati un benessere per vivere egregiamente la loro vecchiaia, la vita dei propri figli, dei famigliari, parenti e amici.
Il rischio (se non la verità!) è che chi si opporrà a questo disegno nuovo di una politica seria, trasparente e onesta, verrà condannatodal popolo e dalla storia.
Antonio Raschi
(Democratici di Centro – DdC)