Dow Jones sopra vetta 19.000 per la prima volta. Bene l’Europa e Milano la migliore (+1,37%)

borseore12-2211-01Seduta positiva per l’Europa spinta al rialzo dai titoli delle materie prime e delle banche mentre il greggio consolida i guadagni di ieri e segna +0,2% con il Wti a 48,2 dollari al barile. Sostenuta anche dai nuovi record di Wall Street (in apertura il Dow Jones ha sfondato quota 19mila per la prima volta) Milano chiude a +1,37% con gli investitori che ormai danno per scontano un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione di metà dicembre.

A spingere la Borsa Usa sono state le parole del neopresidenteDonald Trump sul programma dei suoi primi 100 giorni, che hanno come parola d’ordine la creazione di posti di lavoro e, tra le altre cose, vedranno la cancellazione delle restrizioni sulla produzione energetica e un forte snellimento della burocrazia a 360 gradi.

A Piazza Affari, miglior listino in Europa, tengono banco i piani industriali di Enel (+3,1% in chiusura dopo la presentazione in mattinata a Londra), che promette nel tempo un aumento del payout sui dividendi al 70% dell’utile ordinario, e di Generali (+3,7%) che lo illustrerà domani, sempre nella City, con probabili tagli al 10% della forza lavoro, come anticipato dal Sole 24 Ore di oggi.

Forti rialzi anche per Intesa Sanpaolo (+2,4%) e la galassia Unipol mentre in coda al listino spiccano i realizzi su Tenaris (-2,8%) e su Mps (-2,7%) in attesa dell’assemblea straordinaria di giovedì, decisiva per il via libera all’aumento di capitale da 5 miliardi. Luxottica cede il 3,3% dopo che la concorrente francese Essilor (-6,1% a Parigi) ha tagliato le stime sui ricavi 2016. Sul resto del listino, Bio On strappa del 9,2% dopo la presentazione del nuovo piano industriale. Sul mercato dei cambi, l’euro si conferma sopra quota 1,06 dollari a 1,061 (1,0607 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 117,91 yen (117,76), mentre il dollaro/yen è a 111,11 (110,76).

Per Enel crescita utili e cedole
Il piano strategico 2017-2019 di Enel prevede il raggiungimento di un ebitda ordinario di 15,5 miliardi nel 2017 e di 17,2 miliardi nel 2019. Il gruppo stima l’utile netto ordinario a circa 3,6 miliardi nel 2017 e a circa 4,7 miliardi nel 2019, in crescita rispetto al piano precedente. Migliora inoltre la politica dei dividendi, con la previsione di un payout pari al 65% con riferimento all’utile netto ordinario consolidato dell’esercizio 2017 (rispetto al 60% del piano precedente) e al 70% con riferimento all’utile netto ordinario consolidato degli esercizi 2018 e 2019 (rispetto al 65% del piano precedente). Sull’esercizio 2017, inoltre, la cedola minima sarà di 0,21 euro per azione. Previsto, infine, anche un programma di buyback fino a 2 miliardi. «Giudichiamo positivamente il nuovo piano, che si concentra su crescita, efficienza e remunerazione degli azionisti», commentano gli analisti di Banca Imi.

Realizzi su Luxottica, Ubi frenata da ipotesi acquisto good bank
Le prese di beneficio penalizzano invece Luxottica, che in precedenza aveva guadagnato il 4,5% dal 16 novembre e il 22,4% dallo scorso 10 ottobre. Sul gruppo pesa anche l’odierna mossa della concorrente francese Essilor, che ha tagliato le stime sul fatturato 2016. In generale rialzo le banche, guidate da Banco Popolare, Banca Pop Mi, Intesa Sanpaolo e Banca Pop Er. Resta indietro, invece, Ubi Banca, frenata dal possibile acquisto di tre delle quattro “good bank” nate dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara.

L’interesse di Ubi è per Etruria, Marche e Chieti: secondo le ultime indiscrezioni giovedì il supervisory board dell’Ssm (Single supervisory mechanism) della Bce si riunirà per dare il via libera all’operazione, che comporterà un aumento di capitale da 400 milioni per Ubi Banca. «In base ai nostri calcoli, con l’acquisto delle tre good bank e un aumento da 400mn il Cet1 di Ubi risalirebbe al 12% (da 11,1% post acquisizione)», notano gli analisti di Equita. «Ipotizzando un cost cutting aggressivo sulle banche target (-37%) – prosegue Equita – Ubi realizzerebbe un ritorno sull’investimento circa del 3-4%, in linea con quanto il mercato sconta per la banca stand alone». «A queste condizioni – è la conclusione – non ci sarebbe quindi nessuna distruzione né creazione di valore».

L’equity story di Ubi è «ostaggio del coinvolgimento» dell’istituto nella partita good bank, sottolineano da parte loro gli analisti di Mediobanca. «Capiamo il beneficio finanziario di comprare asset al di sotto del loro book value se i regolatori concedessero l’iscrizione a bilancio dell’intero goodwill negativo – aggiungono – ma al momento è difficile vedere il senso industriale di una maggiore esposizione in Centro Italia, dove Ubi è già presente».

Sul Ftse Mib la migliore è Generali, sotto i riflettori in attesa dell’investor day di Londra in calendario domani. La compagnia del Leone alzerà il velo sullo stato di avanzamento del piano industriale e potrebbe annunciare nuove iniziative per sostenere la redditività: in particolare, come anticipato dal Sole 24 Ore di oggi, la compagnia del Leone potrebbe agire sul fronte del taglio dei costi, puntando su esuberi fino al 10% della forza lavoro.

Spread stabile, cala ancora il rendimento del decennale
Si mantiene sui livelli del closing di ieri lo spread tra BTp e Bund mentre cala ulteriormente il rendimento del decennale italiano. Il differenziale tra il BTp e il pari scadenza tedesco segna 177 punti base, rispetto al 178 della vigilia, quando aveva ripiegato di alcuni punti base. Il rendimento del decennale italiano si riduce invece al 2,02% rispetto al 2,07% dell’ultimo closing.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)