La fase di “progressivo peggioramento” della recessione sembra “essersi arrestata” e ci sono segnali positivi ma ora occorre intervenire in maniera “molto incisiva” sulla spesa perché “l’eredità della crisi sarà un debito molto elevato”, e quindi spostare risorse nel bilancio pubblico “accrescendo quelle a lavoro e imprese”.
PRIORITA’ AL SOSTEGNO AL SISTEMA PRODUTTIVO. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi traccia così un quadro della situazione economica e, pur ricordando come sulla crescita la finanza pubblica “è neutra” ma dipende dalla ripresa mondiale, ammonisce come “resta prioritario dare sostegno al sistema produttivo”. Un obiettivo perseguibile riallocando quindi risorse e modificando la composizione della spesa. Peraltro le misure anti crisi varate dal governo hanno tutte una copertura finanziaria.
IL DPEF E’ IN LINEA CON LE STIME DELLA BANCA D’ITALIA. Il governatore, davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato esamina il Dpef licenziato dal governo che contiene stime in linea con quelli della stessa Banca d’Italia. Draghi condivide le misure sulle pensioni e l’equiparazione uomini-donne nel pubblico impiego. Sullo scudo, Draghi spiega che si tratta di una misura complessa ma, in risposta ai timori di una favoreggiamento della criminalità osserva come “nel provvedimento sono mantenuti i presidi antiriciclaggio”. Draghi sottolinea così la necessità di intervenire in maniera “molto incisiva” sul contenimento della spesa nei prossimi anni per “poter raggiungere gli obiettivi sul disavanzo (2,4% del Pil al 2013) indicati nel Dpef, visto che gli scorsi anni hanno mostrato un aumento sempre superiore alle stime. In questo il federalismo fiscale dovrà dare una mano a contenere la dinamica della spesa.
IL FISCO E LA LOTTA ALL’EVASIONE. Il fisco è un tema centrale dell’intervento di Draghi. La lotta all’evasione dice, è fondamentale per poter nel medio termine ridurre “le aliquote d’imposta sul lavoro e sulle imprese”. La congiuntura sfavorevole peraltro porta a “una contrazione delle entrate (1,2 per cento), particolarmente marcata nel caso di quelle tributarie. Le imposte indirette scenderebbero del 3,8 per cento; le dirette dell’1,5 per cento. Nei primi sei mesi si osserva un forte calo del gettito dell’Iva (-11,3 per cento) e di quello delle altre imposte sugli affari (-9,2 per cento. La pressione fiscale, spiega il governatore, aumenterebbe di 0,6 punti percentuali, al 43,4 per cento del Pil”. Ma dal fisco non arrivano notizie negative. Il gettito delle imposte versate in autotassazione, cioè in base alle dichiarazioni dei redditi, ha segnato un incremento rispetto al corrispondente periodo del 2008 stimabile nell’ordine di 2 miliardi. Gli ultimi dati parziali, dell’Agenzia delle Entrate, parlavano invece 300 milioni in più ma si fermavano ad inizio luglio. L’aumento, però, riflette le imposte sostitutive una tantum introdotte con la finanziaria per il 2008 e con il decreto anticrisi dello scorso novembre. Senza queste imposte, invece, l’Ires, l’imposta sui redditi delle società avrebbe segnato un calo.