Draghi vede nuovi rischi al ribasso La Bce darà ossigeno oltre il previsto

Mario-Draghi1-e1412831671894-1024x513LA RIPRESA è più lenta del previsto, tanto da lasciare invariati i tassi al minimo di 0,05%, ma la Bce è pronta a darle una spinta. Mario Draghi, che ieri ha compiuto 68 anni, l’ha detto chiaramente: faremo davvero di più, se necessario. Non è un messaggio nuovo, ma questa volta il linguaggio è più enfatico. E infatti l’euro, termometro sensibilissimo, ha subito perso terreno. Il piano di quantitative easing, che doveva finire a settembre 2016, potrà dunque essere prolungato. Una promessa molto significativa, data la situazione economica incerta e le turbolenze sui mercati, seguite al rallentamento cinese.
Draghi ha anche annunciato la decisione di innalzare dal 25% al 33% la quota di titoli di Stato acquistabili dalla Bce per ogni emissione, mentre resta invariato il tetto dei 60 miliardi mensili. Il governatore dalla Bce ha spiegato che «il programma di quantitative easing sta proseguendo senza intoppi», aggiungendo che gli acquisti di titoli «sono previsti fino al settembre 2016 o anche oltre, se necessario». Gli analisti si aspettano dunque nei prossimi mesi altre misure espansive.

LA BCE in effetti ha rivisto al ribasso la stima dell’inflazione nell’Eurozona per il 2016 all’1,1% dall’1,5%, quella per il 2017 è stata tagliata all’1,7% dall’1,8% e per quest’anno dallo 0,3% allo 0,1%. Con queste nuove stime, che allontanano ulteriormente Francoforte dall’obiettivo di un’inflazione «inferiore ma vicina al 2%», aumentano le probabilità che il massiccio programma di acquisto partito lo scorso marzo possa proseguire oltre la scadenza prevista del settembre 2016 o essere aumentato in termini quantitativi. «Potremmo vedere dati negativi sull’inflazione nei prossimi mesi», ha avvertito il presidente della Bce, aggiungendo che questa dinamica dovrebbe derivare dagli effetti «transitori» dei cali dell’energia e delle altre materie prime.
I tecnici della Bce hanno rivisto al ribasso anche le previsioni di crescita economica dell’area euro: per il 2015 al +1,4% (da +1,5%), sul 2016 al +1,7% (da +1,9%) e sul 2017 al +1,8%. Un altro indicatore che fa pensare a un lungo periodo di stimoli monetari da parte della Bce.
Le ultime previsioni «risalgono al 12 agosto scorso», ha puntualizzato Draghi. Tutto quello che è accaduto dopo, a cominciare dal rallentamento della Cina, «è potenzialmente un rischio al ribasso» per queste stime.

SUI TASSI, come ampiamente atteso, il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di confermare lo status quo e quindi rimangono inchiodati al minimo storico dello 0,05 per cento. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano allo 0,30% e -0,20 per cento.
Confermate quindi le aspettative degli analisti, che non prevedevano decisioni concrete dall’Eurotower, ma piuttosto una conferma della disponibilità della Bce a essere flessibile e ad attivare nuove misure, in caso di necessità.

Fonte: SOLE 24 ORE