Dramma Travaglio. E’ in una crisi isterica … di Sergio Pizzolante

L’uomo voleva diventare Scalfari.
Scalfari benediva capi di governo, capi di stato e capi del Vaticano. Addirittura.
Faceva articoli lunghissimi, prediche infinite, chiamando per nome statisti e papi.
Amici suoi. Negli articoli traspariva la gratitudine dei papi e dei presidenti verso Eugenio.
Avevano avuto la fortuna che di loro si occupasse il Fondatore! Questo secondo Eugenio. Non lo diceva esplicitamente. Ma si capiva. E se non si capiva, Eugenio, generosamente, lo faceva capire. Era un signore di buone maniere! Diciamo così…
Ma se non erano amici suoi traspariva l’odio, la condanna, la scomunica, la sentenza. Inappellabile. Lui condannava prima dei suoi amici giudici.
Ecco, Travaglio si credeva Scalfari.
In assenza di statisti aveva preso Conte. Poi, avendo creato il giornale di riferimento dei peggiori Pm d’Italia, aveva nominato Bonafede, il peggior sindacalista dei peggiori Pm, a guardiamo del “Sistema”… quello raccontato da Palamara.
Non gli bastava. Allora aveva preso un membro del consiglio di amministrazione del Fatto, il bollettino delle Procure, e l’aveva fatta nominare presidente dell’Eni. Addirittura.
Dai suoi amici, e protetti, Conte e Bonafede.
Non bastava. Aveva( ha) anche un rapporto strutturato come le televisioni di Cairo. Che è sensibile alla protezione del mondo di Travaglio.
Però, poveretto, adesso è nel panico.
Tutti a casa i suoi.
Chi protegge i suoi?
E non è Scalfari, con tutta evidenza.
Può Draghi conversare con Travaglio?
Può la Cartabia?
E Cairo che farà?
Chi gli è rimasto? Di Battista?
Torna Di Pietro?
Sergio Pizzolante