Due anni fa incendiarono il Lido di Dante, ora ci hanno riprovato con la pineta di Ravenna

pineta lido di danteLO SPETTRO di un piromane torna a minacciare le pinete di Ravenna. Due anni fa quella di Lido di Dante, patria dei nudisti, fu dimezzata: sessantacinque ettari di area protetta in cenere, l’autore o gli autori mai individuati. Ieri, poco dopo l’ora di pranzo, un altro folle incendiario ha creato lo scompiglio tra i turisti di un’altra località della Riviera, Marina Romea. La stessa, scherzi del destino, già fortemente turbata dalla tragedia di Ferragosto, madre e due figli morti asfissiati in casa. Non ci sono dubbi sulla natura dolosa, sebbene non siano state trovate tracce di sostanze infiammabili. Ben sette i roghi appiccati, tutti a breve distanza. Il primo è stato avvistato intorno alle 14, all’altezza del Boca Barranca, un bagno celebre per le serate della movida. Da qui, sparsi in vari punti della macchia, gli altri inneschi, appiccati da nord a sud in un tratto di pineta di un chilometro, tra il confine con Casalborsetti e il bagno Corallo. Se non c’è stato il fuggi fuggi dalla spiaggia, ieri particolarmente affollata per la bella giornata di sole, lo si deve a una serie di fattori. Il terreno ancora bagnato dalle abbondanti piogge dei giorni scorsi e l’assenza di vento hanno impedito alle fiamme di propagarsi. In secondo luogo, sui primi roghi sono intervenuti i titolari degli stabilimenti con gli estintori, poi ha pensato il rapido intervento dei vigili del fuoco — intervenuti con squadre da Ravenna, Ferrara e Forlì — a completare l’opera di spegnimento con gli idranti. Alla fine danni limitati ad arbusti e radure del sottobosco, solo piccole porzioni intaccate. 
EPPURE, dal pomeriggio, è scattata la caccia al piromane. Il Corpo forestale dello Stato, titolare dell’indagine, ha predisposto un servizio di vigilanza notturna. Strade battute al setaccio per ore da pattuglie anche della finanza e della polizia, mentre dall’alto l’elicottero dei carabinieri contribuiva ad individuare eventuali nuovi focolai. La task force anti incendio delle forze dell’ordine ha smentito la notizia, diffusa dal tam tam della spiaggia, di una persona vista fuggire tra gli stradelli della pineta, peraltro molto frequentati da podisti e intervallati da aree gioco e punti di sosta. 
La pineta finita nel mirino ieri pomeriggio si snoda per una lunghezza di sei chilometri da Porto Corsini a Casalborsetti. Ed è uno degli elementi caratteristici che hanno contribuito alla fama di Marina Romea come località per le famiglie.
Ma la storia degli incendi dolosi, a Ravenna, affonda le radici nella notte dei tempi. Una lunga scia di fuoco, con gli autori che non sono mai stati scoperti. I primi roghi, sporadici, comparvero a fine anni Ottanta, tra Fosso Ghiaia e la foce del Bevano. In seguito fu il sottobosco pinetale adiacente alla statale Romea a finire ripetutamente sotto attacco: il sospetto ricadde su un bracconiere, che uccise a coltellate due guardie provinciali per poi, condannato all’ergastolo, togliersi la vita. Per le fiamme che due anni fa incenerirono la pineta Ramazzotti, nel cuore del Parco del Delta del Po, furono indagati due capannisti, poi scagionati. Il Resto del Carlino