“Il socio di controllo ha influenzato la direzione di Fincapital evitando volutamente di dare corrette informazioni agli organi sociali”. Questa la dura accusa che emerge dalla lettera dell’ex presidente del Consiglio di Amministrazione di Fincapital, Marino Angelini. L’atto presuppone la presenza di un ‘dominus’ all’interno dell’azienda, verso il quale è rivolta l’accusa, ancora più pesante, degli Ispettori di Banca Centrale che hanno rilevato come siano stati posti in essere“atti diretti a sottrarre parte del proprio patrimonio e di quello della Fincapital ai creditori, prima dell’apertura della procedura di sospensione degli organi amministrativi”. Sulla base di queste motivazioni, e degli addebiti che gli vengono rivolti dal Gip di Milano, ieri l’ordine degli avvocati ha aperto, per gravi violazioni deontologiche che sfociano in fatti di rilevanza penale, una procedura disciplinare nei confronti di Livio Bacciocchi che potrebbe portare alla radiazione dall’ordine stesso. Mentre sul fronte milanese è atteso l’interrogatorio richiesto dal Pm Gaetano Ruta, solo dopo il quale saranno definiti i capi di imputazione, su quello sammarinese pare si siano aperti almeno due procedimenti di indagine, uno promosso da un amministratore di un’importante società collegata al gruppo, ed uno direttamente promosso da Banca Centrale che ha riscontrato una decurtazione di oltre 15,5 milioni del patrimonio di Fincapital rilevando come il fatto più significativo si riferisca alla costruzione dello stesso immobile in cui ha sede la società finanziaria trasferendo 6 milioni di euro ad una società immobiliare senza motivata documentazione. Concluso il periodo di fermo a Milano, per Bacciocchi inizierà a San Marino un altrettanto difficile periodo in cui dovrà difendersi da accuse altrettanto pesanti.
La Tribuna