
Che ci fanno due bravi medici omeopati romani settantenni come Marco Lombardozzi e Angelo Micozzi al Teatro Trastevere per una performance tra musica e parole? Un ‘anti-spettacolo’, così lo hanno definito entrambi con ironia, a fine dell’atto unico: DALLA PAURA ALLA GIOIA, DA ESSERI MORENTI A ESSERI VIVENTI.
Chitarra e contrabbasso alla mano, da loro non solo canzoni come I WISH YOU WHERE HERE dei Pink Floyd, VIA DELLA SCALA di Stefano Rosso o GENERALE di Francesco De Gregori, ma anche tante riflessioni con l’intento annunciato di far vedere la realtà con gli occhi di un bambino e comunque di liberare gli spettatori dalla paura. È lei, da sempre strumento del potere, il vero mostro da abbattere, ed è sempre lei quella che ci impedisce di vedere le strade giuste da percorrere.
Che dietro questi due professionisti romani ci sia anche, per fortuna, una cultura non solo medicale lo si avverte subito.
Tanti i riferimenti a Frodo, il portatore dell’anello di Tolkien, con cui si identifica Lombardozzi e all”impunito’, lo scettico per eccellenza, che invece veste i panni di Micozzi.
E tanti riferimenti ancora ai miti classici, ai Vangeli apocrifi, alla cultura dei pellerossa, dai Dakota Sioux ai Piedi neri. Cosaq esce fuori da questo spettacolo? Una cosa su tutte: un medico degno di questo nome deve essere curioso, un po’ sciamano, un po’ filosofo e anche molto carismatico. Una categoria che sembra appartenere sia a Lombardozzi, omeopata ed esperto di psicoterapia bioenergetica, che a Micozzi che ha dedicato gran parte dei suoi studi all’ immunofarmacologia omeopatica.
Da entrambi, ovviamente, tante pubblicazioni legate alle loro rispettive carriere e soprattutto l’entusiasmo di una ricerca ininterrotta.
“Tutta la vita ho perseguito la via della curiosità, della ricerca – dice Marco Lombardozzi all’ANSA -. Così, non a caso, c’erano nel nostro spettacolo diversi messaggi: volevamo portare l’attenzione sulle emozioni che in questo mondo sono spesso soffocate e poi far prendere coscienza della paura che ci blocca e della gioia che ne è l’antidoto. Certo che c’è la voglia di suscitare delle domande e dei dubbi con questo spettacolo, cercando poi di far intravedere delle strade percorribili”.
(ANSA).
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