Per le famiglie le foto delle auto non andavano pubblicate.
Continua a far discutere il caso dei due sammarinesi indagati in stato di libertà ai sensi dell’art. 9 bis del Codice della strada
per “partecipazione a competizione in velocità non autorizzata con veicoli a motore”.
Per chi ha provato a difenderli si tratterebbe di pura presunzione perché i due non sarebbero stati presi in flagranza di reato.
A vent’anni si ha scarsa consapevolezza di come ci si possa staccare brutalmente dalla corrente della vita. Sono infatti entrambi 20enni, F.E. e C.M le iniziali dei loro nomi, i due cittadini sammarinesi che venerdì notte a Riccione i militari della dipendente Aliquota Radiomobile hanno sorpreso a bordo di due autovetture marca BMW coupé di grossa cilindrata “appaiate – si legge nella nota – al centro della carreggiata, con il motore acceso ad alti regimi, pronti per la partenza e ad inscenare una corsa clandestina, come testimoniava la presenza di un ragazzo collocato davanti ai veicoli intento ad effettuare con il braccio alzato un conto alla rovescia pre-partenza”.
A dare la misura di come si trattasse di una corsa clandestina a tutti gli effetti, i militari hanno fatto sapere che oltretutto fosse presente anche una signficativa cornice di pubblico costituita da numerosi giovani. I militari sarebbero intervenuti nella zona industriale di via Sangiovese dietro alcune segnalazioni e una volta sul posto avrebbero messo in atto provvedimenti tesi a salvaguardare l’incolumità delle numerose persone presenti, sbardando la strada ai due automezzi prima che potessero partire, procedendo all’identificazione dell’autista e del passeggero, presenti in entrambi i veicoli.
Una ricostruzione – fa sapere Rtv cui i ragazzi si sono rivolti – che a dire dei protagonisti della vicenda non corrisponderebbe al vero. “Non vi era né organizzazione né agevolazione di competizione – scrivono – solo due mezzi fermi con i rispettivi conducenti che chiacchieravano”.
Sostengono inoltre che il ragazzo davanti ai mezzi era uno sconosciuto. I ragazzi si trovavano in via Sangiovese perché “luogo usuale di ritrovo”. Per la famiglia di uno dei ragazzi non è stato violato il codice, anzi si è voluto fare clamore attorno alla vicenda che coinvolge due sammarinesi e reputa “scandalosa la pubblicazione delle foto trattandosi di pura presunzione e non di flagranza”.
Di fatto c’è che i due sammarinesi sono stati indagati in stato di libertà ai sensi dell’art. 9 bis del Cds per “partecipazione a competizione in velocità non autorizzata con veicoli a motore” e a loro carico è stato redatto apposito verbale al Codice della Strada che prevede come sanzioni accessorie, il ritiro della patente di guida ed il sequestro ai fini della confisca, dei relativi veicoli.
La RepubblicaSM