Dura critica alla classe politica da parte di alcuni dipendenti pubblici precari

“Siamo dipendenti pubblici precari: stanchi di essere considerati lavoratori privilegiati a cui attingere per risanare le ?nanze dello Stato”. Questo il grido d’aiuto lanciato ieri da alcuni lavoratori della casa di riposo.

Riceviamo e pubblichiamo:

Vi assicuriamo che non rubiamo lo stipendio, ma lavoriamo, e che il lavoro è pesante sia ?sicamente che per il carico emotivo che comporta. E siamo precari. Questo comporta, soprattutto oggi con il clima di instabilità che si respira, non avere la certezza di essere riconfermati, nonostante non ci siamo operatori quali?cati nelle liste del collocamento; evidentemente l’orientamento aziendale è quello di reperire il personale nelle agenzie private (chissà, forse perché c’è anche la partecipazione di qualche funzionario?). E questo non certo per risparmiare in quanto, come precari, il nostro stipendio non è alto! Non possiamo accedere all’ inquadramento retributivo previsto dalla legge, non maturiamo scatti di anzianità né indennità, anche se operiamo sul posto da 10 anni e non godiamo dei riposi compensativi. Ma la cosa che più ci fa arrabbiare è sentirsi additati addirittura come lavoratori privilegiati, a cui attingere per risanare le ?nanze dello stato! È chiaro che ai nostri politici fa comodo alimentare questo clima di scontro sociale, questa ‘guerra fra poveri’. Nel frattempo, mentre noi ci scanniamo per un pezzo di pane, loro continuano ad accumulare e banchettare, nella peggiore delle ipotesi devono affannarsi un po’ per nascondere il capitale accumulato in modo a dir poco ‘poco ortodosso’. Noi vorremmo che la gente aprisse gli occhi! Vorremmo che ?nisse la corsa personale per ogni minimo bisogno verso il politico di turno, che poi ci ricatta. Vorremmo vivere nella legalità e nella certezza che le regole vengano applicate indistintamente. Devono capire che, se non cambiamo rotta, non saranno riconfermati! Perché a loro interessa solo questo, non certo il bene del paese!”

SAN MARINO OGGI