E.C.S.O.: INTERVISTA A FRANCESCA BRUGNETTINI GALLERIA SAN MARINO palazzo Arzilli.

Come lanciato da Fixing nell’articolo intitolato “Il museo nascosto”, il Titano possiede una spiccata sensibilità verso l’arte. Così è apparso quasi naturale il successo che ha accompagnato la mostra “Incantesimo barocco”, ospitata all’intero della Galleria San Marino di Palazzo Arzilli. Dietro al progetto, Francesca Brugnettini, giornalista e manager d’arte (o, come l’ha definita Tullio Vittorio Giacomini, “Imprenditora dell’umanesimo nella civiltà delle macchine”) che è salita sulle pendici del Titano una manciata di anni fa. Oltre 28.000 presenze in due anni. “La Galleria, da qualche tempo, è diventata il luogo d’incontro di esperti, collezionisti e grandi firme dell’antiquariato che conta dentro e fuori i confini dell’Europa” sottolinea Brugnettini.

 

Da dove nasce l’idea delle mostre dedicate all’arte?

 

“A San Marino, checché se ne dica, esiste un collezionismo di tutto rispetto. Alcuni cittadini della Repubblica collezionano arte da tanto tempo: un collezionismo quindi non improvvisato. A dare corpo a ‘Incantesimo Barocco. Nel ‘600 nelle collezioni private sammarinesi’ circa 30 tele e almeno 4 o 5 capolavori: un Benedetto Gennari, un Annibale Carracci, un Matthias Stom e un inedito Guido Reni che ha richiamato l’attenzione di moltissime persone, oltre 3 mila visitatori. L’importante ritrovamento dell’inedito Reni ha suscitato l’interesse di esperti e amanti delle arti figurative, che sono accorsi per vedere l’antica tela. Si tratta, probabilmente, del bozzetto del Crocefisso dei Cappuccini di Bologna, un’opera che proviene dall’Atelier del Reni. Il dipinto del Reni è stato acquistato da un sammarinese in un negozio. E, dopo il restauro, è uscito il bozzetto”.

 

Nel 2010 salì sul Monte anche Vittorio Sgarbi.

 

“La mostra ‘La Fine delle Avanguardie da De Chirico a Guttuso’, realizzata in collaborazione con ECSO, è stata curata da Sgarbi, che già nelle Marche  presentò altri eventi da me ordinati. La mostra ripercorreva un periodo che va dal 1920 al 1960. C’erano 26 opere di artisti del Novecento storico italiano: De Chirico,  Balla, Guttuso e altri. Vennero oltre 3.500 persone. Anche se la Galleria San Marino è privata, abbiamo ricevuto il patrocinio delle Segreterie di al Turismo e alla Cultura, che si sono dimostrati sempre molto sensibili”.Come lanciato da Fixing nell’articolo intitolato “Il museo nascosto”, il Titano possiede una spiccata sensibilità verso l’arte. Così è apparso quasi naturale il successo che ha accompagnato la mostra “Incantesimo barocco”, ospitata all’intero della Galleria San Marino di Palazzo Arzilli. Dietro al progetto, Francesca Brugnettini, giornalista e manager d’arte (o, come l’ha definita Tullio Vittorio Giacomini, “Imprenditora dell’umanesimo nella civiltà delle macchine”) che è salita sulle pendici del Titano una manciata di anni fa. Oltre 28.000 presenze in due anni. “La Galleria, da qualche tempo, è diventata il luogo d’incontro di esperti, collezionisti e grandi firme dell’antiquariato che conta dentro e fuori i confini dell’Europa” sottolinea Brugnettini.

Da dove nasce l’idea delle mostre dedicate all’arte?

A San Marino, checché se ne dica, esiste un collezionismo di tutto rispetto. Alcuni cittadini della Repubblica collezionano arte da tanto tempo: un collezionismo quindi non improvvisato. A dare corpo a ‘Incantesimo Barocco. Nel ‘600 nelle collezioni private sammarinesi’ circa 30 tele e almeno 4 o 5 capolavori: un Benedetto Gennari, un Annibale Carracci, un Matthias Stom e un inedito Guido Reni che ha richiamato l’attenzione di moltissime persone, oltre 3 mila visitatori. L’importante ritrovamento dell’inedito Reni ha suscitato l’interesse di esperti e amanti delle arti figurative, che sono accorsi per vedere l’antica tela. Si tratta, probabilmente, del bozzetto del Crocefisso dei Cappuccini di Bologna, un’opera che proviene dall’Atelier del Reni. Il dipinto del Reni è stato acquistato da un sammarinese in un negozio. E, dopo il restauro, è uscito il bozzetto”.

 

Nel 2010 salì sul Monte anche Vittorio Sgarbi.

“La mostra ‘La Fine delle Avanguardie da De Chirico a Guttuso’, realizzata in collaborazione con ECSO, è stata curata da Sgarbi, che già nelle Marche  presentò altri eventi da me ordinati. La mostra ripercorreva un periodo che va dal 1920 al 1960. C’erano 26 opere di artisti del Novecento storico italiano: De Chirico,  Balla, Guttuso e altri. Vennero oltre 3.500 persone. Anche se la Galleria San Marino è privata, abbiamo ricevuto il patrocinio delle Segreterie di al Turismo e alla Cultura, che si sono dimostrati sempre molto sensibili”.