Un casinò nella città di Sulamona per risollevare l’economia del territorio e rilanciare il turismo. La proposta arriva dal sindaco Fabio Federico che, per concretizzare il progetto che si tradurrebbe in 1.700 posti di lavoro, nei giorni scorsi, ha incontrato il capo di gabinetto del Ministro al Turismo, Maria Vittoria Brambilla e ha avviato contatti col sottosegretario Gianni Letta.
Esiste un disegno di legge per favorire l’apertura di casinò sul territorio nazionale (con annesse strutture ricettive a 5 stelle, attività commerciali e servizi) ma l’iter di approvazione non è semplice, così la soluzione percorribile, al fine di sostenere la candidatura di Sulmona, potrebbe essere la presentazione di un emendamento specifico o un disegno di legge dedicato a Sulmona. «Sono state valutate» sostiene il sindaco «una serie di motivazioni per riservare alla città una sorta di corsia preferenziale, tra cui la crisi economico-occupazionale che, da anni, sta vivendo il territorio e la carenza di posti di lavoro, non ultimo la tragedia del terremoto che ha stroncato l’economia del Centro Abruzzo. Non chiediamo finanziamenti ma soltanto l’opportunità di rilanciare l’economia». Federico, infatti, assicura che «un imprenditore di origini statunitensi è pronto a investire sul progetto milioni di dollari». Inoltre, il Comune avrebbe una percentuale sugli incassi derivanti da roulette e altri giochi d’azzardo, autorizzati e previsti dalla legge. «La città» riprende il primo cittadino «è al centro dei parchi naturali e, sotto il profilo turistico, ha una posizione strategica. Riteniamo che la realizzazione di un casinò possa determinare una serie di conseguenze favorevoli non soltanto per la città ma per l’intero territorio, poi non si può sottovalutare il considerevole numero di posti di lavoro che ne deriverebbe».
Nel progetto è stato coinvolto anche il sottosegretario Gianni Letta che, sebbene non ha nascosto le difficoltà oggettive, ha garantito, nell’ambito delle sue competenze, sostegno all’iniziativa. Attualmente, non è stata individuata un’area dove possa sorgere la struttura ma, al vaglio, ci sarebbero già alcune ipotesi: tra cui Villa Sardi, storica residenza e salotto letterario dei baroni, che si trova alle porte della città. Al riguardo, Federico chiude con una battuta. «Sarebbe il colmo» sottolinea «se non si trovasse uno spazio adeguato per offrire al territorio 1.700 posti di lavoro, per questo l’obiettivo è lavorare per concretizzare il progetto».
