Sto seguendo divertito le varie vicende in casa socialista. Certo che se il buongiorno si vede dal mattino, la reunion non se la passa per nulla bene.
Intanto c’è la questione Mancini. Una vicenda che politicamente sta avendo e avrà il suo peso.
In Consiglio deve andare gente che non può e non deve avere problemi con questo codice etico all’acqua di rose.
C’è poi il Psd e Pedini Amati. Il quale in conferenza stampa attacca Libera.
La paura fa novanta, non ci sono dubbi.
E una Libera unita non serve a nessuno dell’attuale maggioranza.
Obiettivo è dividerla, giocando sulle varie anime.
Spaccare Libera va benissimo alla Dc, che in questo modo avrebbe alleati numericamente più deboli.
Va bene ai socialisti, che vedrebbero aumentare le proprie fila, indebolendo il principale partito della sinistra.
Ecco perché si è cercato nei mesi scorsi e anche ora di delegittimarne il Segretario Matteo Ciacci che, tra mille difficoltà, è stato in grado in questi anni di tenere compatto il partito.
Divide et impera! Più facile di così!
Non deve nemmeno stupire se in questi giorni si cercano accordi alternativi con persone diverse dal Segretario politico, promettendo poltrone e segreterie. Tutto ovviamente dietro le spalle e di nascosto, come se il paese non fosse piccolo e la gente non mormorasse…
Libera alle prossime elezioni potrebbe fare 12 consiglieri se resta compatta.
Ecco perché è improprio, sbagliato e strumentale accusare Libera di voler fare la stampella democristiana.
Anche perché la Dc più che di una stampella, avrà bisogno di una sedia a rotelle alle prossime elezioni.
Viene accreditata al massimo di 18 consiglieri (qualcuno punto persino sul 16). Rete invece farà fatica ad arrivare a 4 e passare lo sbarramento, soprattutto se mister preferenza Matteo Zeppa dovesse decidere di non ricandidarsi.
Con questi numeri appare evidente che la Dc non può fare a meno di Libera. Ma con una Libera unita e compatta difficilmente potrebbe fare la voce grossa.
Mettendo insieme invece parte di Libera, pezzi di socialisti e quel che resta di Rete, si governerebbe. Magari con difficoltà e con numeri non proprio esaltanti, ma vuoi mettere continuare a tenere tutti a bacchetta come accade oggi?
Insomma oggi i player, per motivi diversi, sono due.
Rete, che viene attaccata dalle opposizioni (soprattutto da Libera che, sbagliando, non perde occasione per discutere con il gruppo di Santi) per provocare la fine dell’esecutivo.
E Libera, che viene attaccata dalla maggioranza per dividerla, e una volta fatto questo, ecco che sarebbe tutto pronto per il futuro governo. Un governo dove Rete conterebbe come il due di picche quando comanda bastoni.
La domanda allora sorge spontanea: e se invece di farsi la guerra Libera e Rete, cominciassero a parlare?
Tancredi Falconeri