Ebola in Spagna, nuovi casi sospetti «Contagiata un’altra infermiera». A Madrid in 50 sotto osservazione. L’Oms: pronti all’emergenza

ebola spagna3 persone in quarantena a Madrid dove si è materializzato il primo caso di Ebola in Europa. Ora in isolamento c’è una seconda infermiera che lavorava nella stessa equipe dell’ausiliaria colpita dal virus, Teresa R. R., 44 anni, di Becerrea in provincia di Lugo in Galizia. Entrambe avevano assistito il missionario Manuel Garcia Viejo deceduto il 25 settembre. Gli altri 2 «casi sospetti» sono il marito di Teresa, Javier L. R., e un turista arrivato dalla Nigeria. La seconda operatrice sanitaria non ha la febbre, ma solo diarrea. Il turista, precisa Rafael Perez-Santamarina, direttore dell’ospedale La Paz della capitale, è risultato negativo al primo test lunedì, ma deve essere sottoposto oggi a una seconda, definitiva, verifica. Teresa R. R. è stata ricoverata all’ospedale di Alcorcon, nella periferia meridionale di Madrid. Immediatamente sono state messe sotto controllo anche 22 persone che l’hanno avvicinata, sia familiari sia dipendenti della struttura sanitaria nella quale viene assistita. Allo stesso trattamento si sottopongono i 30 dipendenti dell’ospedale Carlos III della capitale che hanno curato Manuel Garcia Viejo. Santamarina ha spiegato che a Teresa R. R. vengono applicate trasfusioni del sangue (e degli anticorpi) di Paciencia Melgar, una suora guarita dopo che era stata infettata all’ospedale Saint Joseph di Monrovia. In quel nosocomio si tentò di curare inutilmente sia Viejo sia il frate missionario Miguel Pajares, ucciso dal virus in agosto. EL PAIS ha scritto che Teresa R. R. non indossava gli indumenti previsti dal livello 4 di sicurezza. Non respirava infatti con un sistema autonomo interno alla tuta e indossava guanti di latex collegati alle maniche con nastro adesivo. La Ue ha chiesto chiarimenti. Il portavoce Frederic Vincent ha detto chiaro e tondo che «da qualche parte c’è ovviamente un problema», pur dichirandosi convinto che «la diffusione di Ebola in Europa resti altamente improbabile». Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità «è inevitabile che si registrino altri casi in Europa». Una dottoressa norvegese contagiata dal virus in Sierra Leone è stata rimpatriata. Numerosi dipendenti del Carlos III hanno inscenato una breve protesta. Sostenevano di non essere stati addestrati in maniera adeguata. La direttrice generale del ministero della sanità Mercedes Vinuesa ha precisato che Teresa R. R. è entrata nella stanza del missionario ammalato solo 2 volte, una per cambiargli il pannolone e, dopo la morte, per raccogliere i suoi effetti personali. Secondo l’alta funzionaria Teresa R. R. è entrata «con la tuta di protezione». Della circostanza c’è assoluta certezza perché la comunità di Madrid registra ogni ingresso. Non solo. All’esterno un controllore verifica che ogni operatore si attrezzi vestendosi e svestendosi come prevedono le procedure di sicurezza. Il ministro della salute italiano Beatrice Lorenzin, durante un’audizione alla Camera, ha riferito che nel nostro Paese «ci sono state moltissime segnalazioni, ma che nessuno è poi risultato positivo. Il fatto che le abbiamo ricevute significa che il sistema funziona». In particolare sono stati rafforzati i controlli sulle navi, negli aeroporti e sugli immigrati che sbarcano nel nostro Paese. Per questo motivo ha chiesto più fondi, 13 milioni di euro, nella legge di stabilità. «Il ministero ha aggiunto sta seguendo con estrema attenzione l’evoluzione dell’epidemia in Africa Occidentale». Il Resto del Carlino