“Ecco il piano sull’Iss” … di Dario Manzaroli

La sanità sammarinese è moribonda. 18 mesi di immobilismo incompetente equamente distribuito fra Segreteria di Stato e Comitato Esecutivo (io lo chiamo più opportunamente porto delle nebbie) hanno messo le premesse per la dissoluzione di uno dei pochi punti di forza di un Paese malato: nel pubblico, solo nella sanità (e nella scuola) avevamo un livello paragonabile con le realtà con cui ci confrontiamo.

Ora l’Iss e soprattutto l’ospedale sono tutta una maceria. Un piccolo gioiello dove o tutto si regge o se cade una parte trascina nel disastro tutte le altre: è quello che sta accadendo. Faccio ora un po’ di dietrologia. “San Marino prima di tutto” pur con oltre il 40% ha perso il ballottaggio per una serie di ragioni fra cui, non ultima, la volontà di cambiamento dei cittadini.

Un cambiamento legittimo e per molti persino auspicabile ma rivelatosi illusorio perché doveva essere realizzato da una macedonia di partiti e partitini per nulla coesi e tenuti insieme solo dal risentimento antidemocristiano. Difficile conciliare le posizioni liberal- commerciali di alcuni con gli ideologismi marxismo-statalisti di altri, o il “polifonismo” dei naufraghi del socialismo elettronico, o con l’inconsistenza dei giovani e giovanissimi, molto rampanti e assai sensibili alle prebende consigliari (reddito di inclusione?) o ai posti di sottogoverno nelle segreterie di stato per danzate e parenti (li chiameremo quelli di “sotto lo slogan niente“).

Dunque nella coalizione Adesso.sm il nuovismo non era nuovo ma solo lavato con Perlana.

Dunque non una unità di intenti ma una paralisi continua dovuta al coesistere di almeno quattro anime nella minoranza-maggioranza: i liberal-commerciali, i marxisti statalisti, gli ex elettronici, i rampanti “sotto lo slogan nulla”. Ci sono poi anche quelli del “non capisco ma mi adeguo” che votano a comando, ma non li consideriamo.

Sull’Iss queste 4 visioni si sono concretizzate in almeno quattro diverse soluzioni: distruggere specie l’ospedale per affidare i servizi specialistici ad un privato amico (liberal commerciali; distruggere specie l’ospedale per comprare i servizi dalla Area Vasta diretta dal partito fratello (marxisto-statalisti); stare un po’ di qua e un po’ di là perché non si sa mai e poi tira una brutta aria e “…del domani non c’è certezza…” ( ex elettronici ); distruggere specie l’ospedale perché i medici sono una casta e poi si vedrà (rampanti “sotto lo slogan nulla”).

L’immobilismo incompetente è spiegato! La distruzione dell’ospedale è in corso! Volete un esempio pratico recente? Eccovi serviti! Il fatto: il direttore di Ortopedia, dr Arcangeli, professionista valido, laborioso, e legato all’Ospedale e a San Marino, assume l’incarico di direttore dopo regolare selezione in un momento difficilissimo. Dopo il pensionato a forza il primario storico dr. Soragni, dopo la breve parentesi Campi, l’Unità Complessa di Ortopedia vacilla, l’equipe è percorsa da conflitti, la lista d’attesa è chilometrica. Arcangeli riesce nel miracolo di far ripartire il servizio, di trovare un equilibrio accettabile fra servizio pubblico e libera professione (ricompaiono -miracolo!- gli ortopedici anche al pomeriggio), la lista d’attesa viene riportata a tempi siologici.

Ma, senza valutazione e senza motivazione, non gli viene rinnovato l’incarico di direttore come invece è accaduto per il direttore della pediatria e della ginecologia, rinnovati senza la prevista valutazione, ma non pensate male.

Perché il Porto delle Nebbie così indeciso a tutto, in questo caso è stato così decisionista e brutale?

La differenza la fa una società recentemente instauratasi a San Marino e sulla quale si gioca una partita all’ultimo sangue fra le anime della minoranza-maggioranza governativa:

l’anima liberal-commerciale vuole una convenzione con la neonata società per appaltare prima l’ortopedia poi tutto il resto; l’anima marxista statalista vuole un accordo con L’Area Vasta così vicina e così amata dai compagni;

i socialisti elettronici sono per un compromesso; i rampanti sono per il pubblico puro. Non è difficile supporre che il licenziamento di Arcangeli ed il possibile arrivo di Ponziani con alcuni suoi collaboratori sia il tentativo di determinare un fatto compiuto che zittisca la rissa continua fra le varie anime della minoranza-maggioranza.

Sulla pelle dei professionisti seri che hanno servito con merito l’Iss, sulla pelle dei cittadini il cui livello di allarme è ormai massimo con un calo di fiducia totale nei servizi dell’Iss ed il rischio, ormai non più solo teorico, di loro implosione. Se non fosse un momento drammatico per il Paese e per tutti noi si potrebbe fare della facile ironia: chi di sanità ha colpito, di sanità perisce.

Meditate gente, meditate.

Dario Manzaroli, La RepubblicaSM