Ecco l’omaggio del governo ai lavoratori. In arrivo la patrimoniale.

Prosegue intanto la raccolta rame nella speranza che si possa correggere il tiro prima della ratifica in Consiglio Grande e Generale verso la metà di maggio.

In 1800 avrebbero già amato pur in mancanza di una struttura vera e propria. Bene il passaparola

E’ arrivata in fretta questa fine di aprile che porta con sé il tanto famigerato decreto sulla patrimoniale. Va frattanto avanti la raccolta firme proposta da Unas che venerdì scorso aveva già raggiunto il numero di 1800.

E ciò a dispetto di una certa debolezza nell’organizzazione visto che come da Unas avevano dichiarato non ci sono presidi con persone addette a raccogliere le firme ma c’è stato solo il passaparola che per il momento pare abbia funzionato al punto che la raccolta firme è stata prorogata per un’altra settimana.

Il che sarà propedeutico a correggere magari il tiro quando il decreto dovrà essere ratificato in Consiglio Grande e Generale verso la metà di maggio. La patrimoniale è la risposta all’urgenza di far fronte alla mancanza di liquidità in cui lo Stato versa anche per le scelte fatte su due istituti di credito: su Asset e su Cassa.

E della svendita degli Npl Delta in pancia a Cassa – più di un miliardo di crediti non performanti – si è tornati a parlare nel corso della trasmissione ‘Palazzo Pubblico’ in onda su Rtv dove il Consigliere Alessandro Mancini ha avuto toni durissimi su una decisione che sarebbe stata presa in gran fretta perché al solito il governo avrebbe ricevuto il compitino e si sarebbe limitato a svolgerlo senza tener conto delle sue conseguenze. “Manca evidentemente la politica che si limita a svolgere i compitini dati da altri. Politica che ci è venuta a raccontare che abbiamo svenduto i nostri npl per non inimicarci le banche italiane. Quegli istituti hanno evidentemente tutto l’interesse a ripulire i loro bilanci dai crediti non performanti perché è la legge che glielo impone e perché mentre Cassa ha oltre un miliardo in pancia, loro quella cifra se la dividono tra 90 istituti. Se proprio dovevamo fare una concessione e svendere il nostro patrimonio almeno avremmo potuto chiedere delle contropartite come una linea di credito visto che tutti sanno che serve liquidità. Chiedere una linea al fondo monetario è cosa molto diversa che comporterà grossi sacrifici in capo a ogni singolo cittadino per molti molti anni”.

Dello stesso avviso Iro Belluzzi, Teodoro Lonfernini e Davide Forcellini che, ospiti in trasmissione, hanno ripercorso l’argomento npl facendo notare soprattutto la mancanza di condivisione e di coerenza considerato che no all’anno scorso il governo aveva sempre detto che gli npl sarebbero stati gestiti internamente. Ma ai loro quesiti Eva Guidi, Nicola Selva e Marika Montemaggi, ospiti di Monica Fabbri, non hanno risposto preferendo parlare di responsabilità vecchie di anni e di trattative che sarebbero partite molto molto tempo prima. La RepubblicaSM