
Basso profilo, sconosciuto al grande pubblico, incarna perfettamente la linea “né destra né sinistra”.
All’indomani dell’investitura come Presidente della Repubblica, Macron fa la sua prima mossa scegliendo un premier proveniente dalla destra repubblicana. “Il Presidente della Repubblica ha nominato Edouard Philippe Primo Ministro e l’ha incaricato di formare il nuovo governo”. Dopo una lunga attesa durata tutta la mattina, il segretario generale dell’Eliseo, Alexis Kohler, rompe finalmente il silenzio con una semplice frase pronunciata in modo diretto e lapidario.
Dopo la sconfitta del suo mentore alle primarie della destra di novembre, Philippe sceglie di sostenere François Fillon, fino a quando non scoppia il “Penelopegate”, lo scandalo legato ai presunti impieghi fittizi della moglie del candidato repubblicano. Da quel momento, il deputato si mette in disparte, restando a guardare la disastrosa campagna elettorale della destra.
Una carriera politica in continua ascesa, con alcune parentesi anche nel settore privato, come quella nello studio di avvocati Debevoise e Plimpton LLP nel 2004 e quella di direttore degli affari pubblici per Areva nel 2008.
Nonostante fonti vicine all’Eliseo affermino la forte intesa tra Macron e Philippe, quest’ultimo non sembra essere sempre stato favorevole alla candidatura dell’ex ministro dell’Economia.
“Mi piace perché è qualcuno di simpatico e intelligente” affermava Philippe in un’intervista rilasciata lo scorso al quotidiano L’Opinion, anche se alcuni mesi prima alJournal de Dimanche si era detto “poco ottimista” su una possibile vittoria di Macron alle presidenziali.
In una tribuna pubblicata sul quotidiano Libération lo scorso 18 gennaio, il deputato juppeista definiva l’allora candidato di En Marche! come un “banchiere tecnocrate” che si presenta all’elettorato francese nelle vesti di un “tribuno devoto a un populismo disinvolto”.
Macron sceglie così un politico di basso profilo, fino a pochi giorni fa sconosciuto al grande pubblico. Visto il suo passato trasversale, il nuovo Primo Ministro incarna alla perfezione la linea del “né destra né sinistra” che ha caratterizzato la campagna elettorale di En Marche! Nonostante non sia dotato di particolare carisma, Edouard Philippe rappresenta il pensiero riformatore della destra moderata ed europeista, con una buona esperienza all’interno delle istituzioni.
Con un Primo Ministro proveniente dalla famiglia dei Républicains, Macron spera di attirare altre figure del centrodestra francese in vista delle imminenti elezioni legislative, previste per l’11 e il 18 giugno. Anche se Philippe non rappresenta “un peso massimo” nel panorama politico nazionale, la sua nomina potrebbe provocare una diaspora da parte dei juppeisti, indebolendo ulteriormente il partito, già fratturato da divisioni interne dopo la sconfitta al primo turno di François Fillon.
La prima reazione è arrivata dallo stesso Juppé, che ha augurato “buona fortuna” al suo ex-collaboratore, ribadendo che sosterrà i candidati della destra. Meno tenero Bernard Accoyer, segretario dei Républicains, secondo il quale la nomina di Philippe è “una decisione individuale” e “non un accordo politico”.
Ma la mossa di Macron sembra già aver portato i primi frutti. In un comunicato diffuso nel pomeriggio, ventidue deputati provenienti dalla destra e dal centro hanno invitato i loro partiti “a rispondere alla mano tesa” dal Presidente della Repubblica e “misurare la trasformazione che si sta operando dinnanzi ai loro occhi”.
Tra i firmatari figurano alcuni nomi di spicco come quello del sindaco di Nizza, Christian Estrosi, e i deputati Thierry Solère, Benoist Apparu e Fabienne Keller. Un primo segnale che nei prossimi giorni potrebbe avere delle conseguenze pesanti per i repubblicani.
Dal canto loro, i socialisti cercano di arginare l’avanzata del loro ex ministro. In un tweet postato sul suo account ufficiale, il segretario del partito, Jean-Cristophe Cambadelis, ha ribadito che “con un Primo Ministro di destra, il Parlamento ha bisogno di sinistra”. Una dichiarazione che risuona quasi come un disperato appello rivolti agli elettori.
Durissimo invece Jean-Luc Mélenchon. Il leader della sinistra radicale ha dichiarato che “il vecchio mondo sta tornando”, facendo un appello all’elettorato francese affinché non dia “pieni poteri a Macron, che vuole una presidenza accentrata, monarchica”. Forte del 19,5% ottenuto al primo turno delle presidenziali, il tribuno dell’estrema sinistra cercherà di indossare i panni di leader dell’opposizione durante la campagna elettorale di queste legislative, mostrandosi come l’unica alternativa alla proposta di En Marche!
Silenzio assoluto invece da parte del Front National, che non ha reagito alla notizia del nuovo premier. Dopo la sconfitta incassata al secondo turno delle presidenziali, Marine Le Pen ha ripreso in mano le redini del partito, tornando a ricoprire la carica di presidente, momentaneamente lasciata a Steve Briois.
L’investitura di Edouard Philippe ha l’obiettivo di consolidare il campo di Macron, polarizzando le prossime elezioni verso il centro. Il presidente della Repubblica continua sulla linea portata avanti durante la campagna elettorale, basata sul superamento dello schema destra-sinistra. Una posizione che gli permetterà di attirare il maggior numero di deputati provenienti dal Partito Socialista e dai Repubblicani, allontanando gli estremi del Front National e della gauche melanchonista. Con questa strategia, Macron cercherà di guadagnarsi la maggioranza in Assemblea.
Per conoscere il resto della squadra di governo bisognerà aspettare domani, quando Macron renderà nota la lista dei futuri ministri. Intanto, il neo-eletto Presidente della Repubblica è in viaggio verso Berlino, dove incontrerà la cancelliera Merkel per il suo primo viaggio ufficiale all’estero.
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