Roma, 8 ottobre. Per quali motivi i ripetuti appelli per sanare la situazione critica del Tribunale di Catania, denunciata da tempo, sono rimasti lettera morta?
Non è rimasto senza strascichi l’episodio accaduto lo scorso sabato, 3 ottobre, al Tribunale della città etnea, dove una pesante lastra di marmo staccatasi dal muro ha colpito alla schiena e alla gamba destra la sen. avv. Giulia Bongiorno, presente in loco per l’udienza preliminare del procedimento a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
I parlamentari della Lega della commissione Giustizia alla Camera hanno infatti presentato un’interrogazione (primo firmatario Jacopo Morrone) al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ricordando che l’allarme sulla situazione critica dell’edilizia giudiziaria in Italia è datato e che l’inadeguatezza e gli storici problemi strutturali del Tribunale di Catania, in particolare, sarebbero stati denunciati da tempo dai vertici dell’amministrazione della giustizia locale. Già nel luglio 2014, infatti, in base a notizie stampa, il deputato del PD Giuseppe Beretta aveva sollecitato l’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando all’avvio di un percorso condiviso per discutere delle strutture giudiziarie catanesi. Sembra, al contrario, che il problema dell’edilizia giudiziaria, pur rappresentato in più occasioni e da diversi soggetti ai ministri della Giustizia che si sono susseguiti negli ultimi anni, sia rimasto inascoltato e senza effetti. Certo il ministro Bonafede – commenta Morrone – ha riconosciuto prioritario ‘investire sulla struttura giustizia sia in termini di edilizia che di personale’ chiudendo i lavori del Tavolo tecnico su spese di funzionamento ed edilizia giudiziaria l’8 ottobre 2019, ma da allora non è dato di sapere quali iniziative siano state assunte in materia di immobili in uso agli uffici giudiziari. Di qui, la richiesta al ministro di conoscere le spese effettivamente autorizzate e quali verifiche sul loro impiego siano state svolte e per sapere quali siano le situazioni strutturali più gravi nei tribunali italiani, stilando una graduatoria delle priorità e dei relativi tempi per risolverle.
I firmatari dell’interrogazione, oltre a Morrone, sono: Turri, Bisa, Di Muro, Marchetti, Paolini, Potenti, Tateo, Tomasi.
Link al l’interrogazione:
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/07041&ramo=CAMERA&leg=18
Ufficio stampa Lega Romagna