Effetto gas, inflazione record: mai così alta dal 1985. Per la spesa 600 euro in più

Gli allarmi quotidiani sempre più frequenti lanciati da imprese, commercianti, agricoltori, associazioni di categoria sul caro energia, sono bollettini di guerra. Ed è a tutti gli effetti un conflitto nel conflitto quello che sta avvenendo sull’energia, con la Russia che ha interrotto il flusso del gasdotto Nord Stream fino al 3 settembre, sempre che non diventi uno stop definitivo. La decisione di Mosca ha provocato nei giorni scorsi aumenti vertiginosi al prezzo del gas che ha superato quota 300 euro per mwh e, sebbene nella giornata di ieri, abbia chiuso a 239 euro, il rischio di un nuovo boom è tutt’altro che un’ipotesi.

In questo scenario continua ad aumentare senza sosta l’inflazione, registrando un più 8,4% annuo con una crescita ulteriore rispetto al 7,9% di luglio. Per capire la gravità della situazione, basti pensare che un incremento del genere non avveniva da 36 anni (+8,8% a dicembre 1985). La principale causa dell’inflazione è determinata dall’aumento dei prezzi di luce e gas, che incidono a cascata su tutti i settori economici colpendo anche i beni di prima necessità. La crescita dei beni energetici non accetta a diminuire e, secondo la stima di Federconsumatori, nel prossimo autunno e inverno le famiglie pagheranno il 49% in più per il gasolio per il riscaldamento, il 62% in più per il gas in regime di maggior tutela e il 99% in più per il pellet.

Le cose non vanno meglio per il carrello della spesa, con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona che registrano un incremento del 9,7% (+10,2% per l’alimentare). Tradotto in cifre, il Codacons calcola una maggiore spesa per una famiglia con due figli di 3352 euro l’anno e, secondo l’Unione nazionale dei consumatori, una famiglia pagherà in media 598 euro in più su base annua, una cifra che sale a 815 euro per una coppia con due figli e a 974 euro per chi ha tre figli.

Solo per mangiare e bere. Aumenti così significativi sui beni primari provocheranno un calo dei consumi che avrà un effetto sulla crescita, non a caso Confesercenti ha stimato che «senza un’inversione di tendenza, l’aumento di prezzi e utenze porterà nei prossimi due anni a una minor spesa di 34 miliardi, oltre 1.300 euro in meno a famiglia».

Il boom dei costi al supermercato nasce dalla situazione critica in cui versa la filiera. Le aziende della grande distribuzione hanno denunciato un caro energia ormai insostenibile a causa di «incrementi del costo delle bollette mai registrati prima: la media è tra il +200% e il +300%». Ancc-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione hanno perciò chiesto interventi urgenti: «Oggi l’incidenza del costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo». Stessa situazione per il comparto industriale, che ha registrato a luglio un aumento del 5% dei prezzi per la produzione su base mensile e del 36% su base annua (secondo le stime sono a rischio in Italia 120mila aziende e 370 mila posti di lavoro).

Intanto prosegue la corsa contro il tempo per riempire gli stoccaggi di gas in vista dell’inverno che hanno raggiunto l’81,93%. Ma, se non si interverrà quanto prima a livello europeo fissando un tetto al prezzo del gas, la situazione rischia di degenerare ulteriormente. L’appuntamento è per il 9 settembre, quando si riunirà il consiglio straordinario dei ministri europei dell’Energia. Mentre permangono dubbi sul tetto al prezzo del gas da parte dell’Olanda, l’Ungheria ha infatti firmato un nuovo contratto con Gazprom per aumentare le forniture di gas a 5,8 milioni di metri cubi al giorno.


Fonte originale: Leggi ora la fonte