Il centro storico di San Marino è inteso come un’isola a sé stante con dei limiti restrittivi che non ne permettono lo sviluppo.
Come conseguenza è, come abbiamo appurato, il suo progressivo e lento spopolamento, non solo dei residenti ma anche delle attività commerciali.
Ne consegue che senza gli abitanti, in assenza di attività e di servizi primari, rimangono solo sassi.
Sono convinta che necessita ripartire dal concetto fondamentale per il quale il Centro Storico debba essere considerato la “testimonianza concreta della cultura, della storia e della socialità altresì una risorsa per il recupero di attività storiche e tradizionali e la nascita di altre più innovative, il tutto può essere considerato una rete di interscambio”.
Penso altresì che la rivitalizzazione dei centri storici, Borgo Maggiore, Città, Montegiardino, passi attraverso l’implementazione del commercio legato a quella delle iniziative culturali, anche in prospettiva di un rilancio del turismo. Serve però un’attività di coordinamento forte e tanta volontà.
Il Centro Storico deve quindi tornare subito ad essere considerato luogo di aggregazione sociale e fulcro dello sviluppo commerciale, turistico ed economico del nostro Paese.
Tutto questo è, a mio avviso, fattibile se si presuppone un atteggiamento di amore per la nostra città storica. Infatti ci si prende cura di un qualcosa e di qualcuno, se si ama, se c’è condivisione, se c’è rispetto se si vuole rimediare ai suoi mali, e non il contrario!
Bisogna superare l’idea di una tutela che si attua a periodi, ad episodi, arrivando invece ad inquadrare le difficoltà e le problematicità in senso più generale attraverso una politica lungimirante.
Quindi la tutela non si risolve solamente ad un singolo oggetto, come per esempio ad un monumento, ad una strada, ma andrebbe considerata ad un contesto stratificato riconoscendo l’importanza, altresì educando i cittadini al patrimonio culturale che il nostro Paese offre.
Abbiamo la fortuna di vivere in un Centro Storico che possiede un notevole potenziale: le contrade, le rocche, i monumenti, gli angoli, il panorama, i tracciati ferroviari e l’Università.
Ma di tutto questo, poco è stato sino ad ora fruttato.
Abbiamo però dei progetti, tanti progetti.
Considerando la rapidità delle trasformazioni, le risorse che necessitano, è indispensabile che i piani di recupero vengano messi in atto nel minor tempo possibile.
Conservare i progetti chiusi nel cassetto, invecchiano, diventano obsoleti, ancor prima di essere operativi. Spese buttate al vento. Tutto poi da riprogettare e riverificare.
Dobbiamo riportare nel rendere i cittadini orgogliosi nel partecipare allo sviluppo futuro del proprio Paese, pertanto è indispensabile la condivisione, l’aiuto di tutti e buon senso.
Ci vuole una svolta, al più presto!
PAOLA BARBARA GOZI
Candidata al n.25 DEMOCRAZIA CRISTIANA