Situazione politica fluida. Se da un lato c’è un Paese da governare, dall’altro si pensa alla campagna elettorale e al futuro. In fondo per cambiare le cose, migliorarle, bisogna avere i Consiglieri per farlo.
Quei Consiglieri che oggi scarseggiano: imbarazzante che sempre più spesso non si raggiunga il numero legale in Aula e che le sedute debbano essere rinviate.
Si può andare avanti così?
La domanda è assolutamente retorica, ma sottende una approfondita analisi.
Se si vuole chiudere la legislatura mettendo in cascina qualcosa oltre ai fuochi di artificio, leggasi fumo negli occhi, sono indispensabili numeri più corposi.
Numeri che, lo dicono i fatti, la Dc non vuole evidentemente cercare per non “impegnarsi”.
La strategia di Via Delle Scalette è di una semplicità estrema. Vuole andare al voto dandola buona a tutti (che à la stessa cosa di non darla buona a nessuno…), prendere il mandato esplorativo, contare i voti, poi farsi il governo caricando chi gli crea meno problemi.
Perciò sta tentando di tenere insieme Psd e Ar. Aggiungendo Motus, e facendo ulteriore compravendita di Consiglieri in altre formazioni, ecco che secondo Venturini e compagnia cantate, si può arrivare a 35, magari con l’aiuto del premio di maggioranza.
La guerra fredda fra Psd e Ar ha scompigliato i piani del Santo. Così c’è chi guarda a Libera con maggiore interesse: troppo grande il rischio di fare la fine di qualche legislatura fa e ritrovarsi all’opposizione.
Perché allora non aprire immediatamente a Libera, mettere in sicurezza il Paese e poi presentarsi agli elettori con alleanze già ben definite, chiare e trasparenti?
Questa è la domanda che dovrebbe fare drizzare le antenne non solo al partito di Ciacci.
Si fatica infatti a comprendere per quale cervellotico motivo il player indiscusso debba essere la Dc e gli altri i suoi fidi scudieri.
Basterebbe che Psd e Ar si dessero una svegliata, cambiassero “referente” e la geopolitica interna muterebbe drasticamente faccia.
Sfortunatamente ad oggi appare più semplice riunire gli Oasis e i litigiosi fratelli Gallagher, che i socialisti. Non me ne voglia nessuno, ma volete mettere quanto sarebbe meglio riascoltare allo stadio “Wonderwall”, invece che l’Internazionale? De gustibus…
E visto come se le stanno suonando Ar e Psd, la metafora musicale non pare azzardata.
Lasciando da parte le battute, sta circolando in alcune chat un file, non credo sia un sondaggio, ma una sorta di proiezione. Ho provato a trovare chi ne fosse l’autore/committente, ma non sono stato in grado di capirlo con certezza, dunque glisso.
Emergono tuttavia dati intriganti nell’assegnazione dei possibili seggi, che – lo ricordo – a San Marino avviene col metodo D’Hondt. Senza addentrarsi in tecnicismi, vi basti sapere che per 4 o 5 voti in più o in meno si può togliere o assegnare un seggio. Se si aggiunge lo sbarramento del 5%, vi assicuro che possono esserci vere e proprie sorprese.
Premesso ciò, il dato che salta all’occhio, è una diminuzione particolarmente corposa della Dc e un balzo in avanti deciso di Libera.
Si scopre un po’ l’acqua calda: fisiologico e statistico che in maggioranza si cali e all’opposizione si salga. Interessante piuttosto il ragionamento sullo sbarramento, con tre o quattro forze politiche a rischio. E proprio il mancato passaggio dello sbarramento, potrebbe nascondere trappole inaspettate nel calcolo finale dei 60 seggi da assegnare.
Nella “proiezione” si ipotizza che ogni forza politica si presenti da sola, dunque se qualcuno si unisse – come altamente presumibile – cambierebbe ogni cosa. Resta utile comunque leggere i nuovi, possibili, rapporti di forza e scenari. Vedremo quanto tale prospetto potrà rivelarsi veritiero. Sicuramente si tratta di uno spunto degno di attenzione in ottica di incastri e coalizioni.
Per concludere l’analisi politica è evidente come ci sia da un lato un problema di fiducia, dall’altro di coraggio.
La fiducia manca ed è dovuta a scelte del passato, accordi sottoscritti e poi non mantenuti.
Hai voglia a promettere che in futuro si farà questa o quella alleanza. Come diceva quello? “Prima vedere cammello”.
Sul coraggio invece, beh, se si vuole crescere ed emanciparsi bisogna recidere il cordone ombelicale con la Dc. Ogni riferimento ai vari socialisti in tutte le loro salse, formule e accezioni è puramente voluto.
Ciò non significa mandare i democristiani all’opposizione, ipotesi di scuola spericolata e dal mio punto di vista pure dannosa, piuttosto governarci da pari e con pari dignità e peso.
Unirsi, sotterrare l’ascia di guerra, ingoiare rospi, deve essere propedeutico a diventare leader, non certo a fare da stampella o la comparsa di turno per elemosinare uno scranno in Congresso di Stato.
Un assioma che vale anche per Domani – Motus Liberi, che… un domani, potrebbe essere l’ago della bilancia. Difficilmente vorranno farsi strapazzare per un’altra legislatura.
David Oddone
(La Serenissima)