Elicottero caduto, sabato a Rimini i funerali di Gianmarco Zavoli

Si svolgeranno domani pomeriggio alle 15,30, alla chiesa di San Girolamo i funerali di Giamarco Zavoli, il pilota riminese di 46 anni ai comandi dell’elicottero del 118 precipitato nei giorni scorsi sul monte Cefalone, in Abruzzo, durante il salvataggio di uno sciatore rimasto ferito.

Stamattina a L’Aquila è stata eseguita l’autopsia, disposta dalla Procura, sui corpi delle sei vittime dello schianto: l’esame autoptico, eseguito anatomopatologo Giuseppe Calvisi e hanno dato l’esito prevedibile: decessi per traumatologia.

Nel pomeriggio alle 17, sempre a L’Aquila, si è aperta la camera ardente nella chiesa di San Bernardino. Domattina il feretro di Zavoli partirà per Rimini, dove alle esequie sono attesi centinaia di riminesi.

Intanto la compagna di Gianmarco, Clara, ha deciso di rompere il silenzio, condividendo su Facebook una fotografia e un messaggio dedicato al fidanzato scomparso: “Voglio ricordarti per sempre così…felice. Grazie per aver camminato con me in questi 13 anni: mi hai reso una persona migliore“. Clara si trova in Abruzzo, insieme agli altri familiari delle vittime, seguiti da un team di 12 psicologi messi a disposizione dall’Ausl in un momento tanto delicato.

«Stasera ci alleneremo senza di te – ha scritto Stefano Carlini, personal trainer e amico di Gianmarco – e siamo tristi, tristi, tristi».

In passato Zavoli aveva pilotato i jet militari dell’Aeronautica, partecipando anche a diverse missioni in zone di guerra, ad esempio in Afghanistan. Da alcuni anni lavorava come pilota per Inaer Aviation Italia, l’azienda responsabile del servizio di eliosoccorso per conto del 118, facendo periodicamente la spola tra Rimini e L’Aquila. La sua casa è a San Giuliano Mare, dove abitava con la compagna. Sotto choc i genitori, che per anni hanno gestito l’edicola di piazzale Kennedy.

L’INCHIESTA- L’ipotesi che si fa strada nelle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, è quella dell’errore umano. Martedì, sul luogo dello schianto, vicino alla stazione di Campo Felice, c’erano nebbia fittissima e un vento che soffiava ad oltre 40 km/h: fattori che potrebbero aver influito sull’incidente. Il reato ipotizzato è disastro aviatorio e delitto colposo. L’inchiesta al momento non ha indagati, ed è molto probabile che non ce ne saranno. Su disposizione del magistrato sono state acquisite le telefonate arrivate e partite dal 118. Sequestrati anche i registri di volo dell’elicottero, così come la ‘scatola nera’ ritrovata nella carcassa del velivolo. Nella tragedia, oltre a Zavoli, che in quel momento si trovava ai comandi dell’elicottero, hanno perso la vita altre cinque persone, tra i membri dell’equipaggio e lo sciatore ferito. Il Resto del Carlino