
<<Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi>>
Fu Tancredi a pronunciare la frase famosa, il nipote del principe di Salina, ne Il Gattopardo.
Era una Sicilia decadente, decaduta, i furbi aristocratici, quelli al comando da sempre, in viaggio ormai stanchi, nelle varie case che erano state splendenti, in mezzo ad un pubblico osservante prima, prima fedele ora non più, ora pronto a mettersi in proprio.
Tutto si rimescola, tutto cambia, tutto rimane uguale.
Gianni Cuperlo, con l’onestà che lo contraddistingue, lo ha detto: quando sento qualcuno dei miei dire che bisogna abolire le correnti e’ perché ne sta facendo una sua.
Adesso Elly, così la chiamano tutti, prima la chiamavano così solo alcuni, quelli più intimi, adesso tutti, tutti intimi, tutti a favore di telecamera, guancia a guancia.
Cacicchi che scivolano nelle file dietro, aspiranti cacicchi che si arrampicano nelle file avanti, nelle file affianco, quelli più fortunati.
Era già successo, ricordate?
È l’ennesima novità successa prima.
Non scomodiamo il Centralismo Democratico,
da Togliatti a Berlinguer, i nobili di una volta, quando le correnti erano abolite davvero, no.
Ricordate? Matteo…
Quando tutti chiamavano Matteo, Matteo quelli più intimi, prima, poi tutti intimi, tutti che volevano il job act, tutti che volevano gli 80 euro, tutti che volevano Industria 4.0, tutti che dimenticavano le correnti di prima. Per Matteo.
Sono gli stessi che dimenticano le correnti di prima anche adesso. Gli stessi.
Tutti si vergognano di Matteo, adesso, si sono dematteizzati, tutti voglio abolire il
job Act, tutti diffidano dell’industria, 4.0.
Adesso industria zero.
Tutti non vogliono più salario adesso, più lavoro, ma meno orario di lavoro, tutti vogliono il reddito di cittadinanza ,che non volevano prima.
Elly, Elly, tutti poveri, tutti con i poveri,
con la segretaria più ricca di sempre.
Proletari imborghesiti che sposano la nobile Elly Tancredi.
Io confesso che sono ammirato dalla capacità di trasformazione.
Il comunismo era morto e loro ammazzano tutti nei tribunali e nelle piazze televisive inventandosi nuovi nomi e vestiti nuovissimi.
Poi si inventano un leader democristiano, Prodi, poi un leader radicale, Rutelli, poi un leader comunista che però non è mai stato comunista, Veltroni, poi uno ormai diventato francese, Letta, poi una svizzera dell’alta borghesia per riscattare i poveri, con il sostegno di quel poveraccio di De Benedetti.
Evviva.