Elogio di Craxi uomo … di Sergio Pizzolante

Elogio di Craxi uomo
Succedeva 22 anni fa.
Conservo un disegno che mi fu donato da un mio caro amico, Marino Bonizzato, dopo la morte di Bettino Craxi.
Bettino è sulla spiaggia di Hammamet, sta per spezzarsi, perché, mai, si è voluto piegare, pugno chiuso, ma ormai dietro la schiena, per una storia politica ormai alle spalle, forzata, con violenza, nel passato: guarda l’Italia.
“Che cosa cara e’ l’uomo quando e’ uomo”.
Ha scritto Marino. Il disegno è li, fra la televisione e la libreria, di fronte a me.
Da 20 anni.
Il dramma Craxi e’ il più grande dolore della mia vita. Un dolore profondo, che vive ancora a 22 anni dalla morte. Morirà con me.
Il senso profondo di una ingiustizia, violenta, verso un uomo, una storia, una comunità, un’idea. Difficile da spiegare.
Voglio spiegarlo.
Penso all’uomo, prima ancora del politico, dello statista.
Si racconta il politico, il capo di Governo, di solito.
Gli stolti lo raccontano ladro, arrogante, cinico.
Stolti e falsi.
Io, per tutta la mia vita, ho studiato l’uomo.
Caro, perché uomo.
Sono stato amico, del suo più caro amico, Nicola Mansi, autista contadino, compagno, assistente, confidente, fedele sino alla fine.
La persona migliore che io abbia mai conosciuto.
Se ti scegli Nicola come amico, se lo porti con te ovunque, se costruisci con lui una capanna sulla spiaggia di Hammamet, per guardare l’Italia che ti ha abbandonato, per scrivere lettere alle quali più nessuno risponde, se coltivi con lui i pomodori pugliesi, dentro una buca nella sabbia, di fianco al bunker tedesco, abitato da pescatori tunisini, sei come Nicola.
Caro come Nicola.
Non può essere diversamente.
Mi dicevo questo, ogni volta, mentre i tunisini preparavano il caffè.
Se passi la giornata a scrivere di te, dei tuoi nemici, di chi ti ha abbandonato, di chi ti ha tradito, della tua avventura, della tua disavventura, con spirito critico, guardando da tre gradini sopra, osservando la scena, con uno sguardo fuori dalla scena, con appunti di storico terzo, della propria storia, sei un uomo, caro, che ha perso, ma non si è perso.
Se per tutta la vita hai aiutato, con la politica e con la moneta, i dissidenti e i combattenti per la libertà, contro le dittature, in Polonia, in Ungheria, in Cecoslovacchia, in Grecia, in Cile, in Argentina e però sei capace di dire a Cossiga, che viene a salutarti prima della morte, che no, no, tu non hai usato e mai userai, questi argomenti, per dire di alcune destinazioni dei denari….che cosa cara è l’uomo.
Perché non lo dici? Disse Cossiga.
No, mai, non posso coinvolgere nella mia disavventura le avventure eroiche di chi ha combattuto per la libertà.
Disse. Più o meno.
Se ricevi, da Aldo Moro, tuo avversario politico, alleato dei tuoi nemici, ma condannato a morte dalle BR, la lettera più bella, insieme a quelle alla moglie e ai figli, perché sei stato l’unico a mettere l’uomo, la sua libertà, la sua dignità, prima dello Stato, prima del partito, prima di ogni cosa… che cosa cara è l’uomo.
Se vai, unico e solo, in Tribunale, in Parlamento a dire la verità, la verità, sul finanziamento illecito ai partiti, al sistema politico, mentre tutti mentivano e mentono, spudoratamente mentono…. Caro e’ l’uomo.
Se dici di no a Cuccia, che ti chiede di prendere in mano, guidare, la “rivoluzione”, che poi si è rivelata falsa, che poi ha messo fine alla politica, che è poi stata affidata a degli omuncoli, che poi ci ha portato sin qui, ad omuncoli ancora più omuncoli…
Che cosa cara è l’uomo.
È rimasto in piedi da uomo, sino a quando ha potuto, ha difeso se stesso, il sistema dei partiti, la democrazia che non può esistere, senza partiti, come vediamo ancora oggi.
Tutti scappavano, si nascondevano, si nascondono, si esercitavano nella caccia all’uomo, immonda, vigliacca, disonesta, vile, vigliacca.
Che dura ancora. In molti. In troppi.
Questo è un uomo.
Hombre Vertical!
Grazie Bettino.
Firmato
Sergio Pizzolante
Craxiano.