Emicrania,sempre più rilevanti risultati da studi real world

(ANSA) – MILANO, 06 DIC – Gli studi sulla pratica clinica di ‘real world’ forniscono maggiori informazioni sul trattamento
dell’emicrania: lo dicono gli esperti. In occasione del simposio ‘Fremanezumab: cosa è cambiato in un anno’ al 52/o congresso
della Società italiana di Neurologia a Milano, la casa
farmaceutica Teva ha presentato le nuove evidenze dello studio
Pearl, Pan-European Real World, che vede coinvolti in Italia 354
pazienti da 30 centri partecipanti.
    “Lo studio Pearl – spiega la professoressa di Neurologia
dell’Università di Pavia, Cristina Tassorelli – è uno di quegli
studi definiti tecnicamente ‘real life’: vuol dire che il
paziente viene gestito normalmente, come lo sarebbe dal suo
medico curante o dal medico specialista, la differenza è che
vengono raccolti in maniera capillare dei dati”. Questo,
osserva, “è importante perché negli studi clinici controllati
vengono inclusi pazienti con caratteristiche selezionate e
trattati secondo un protocollo ben preciso; le indagini ‘real
life’ invece ci danno informazioni più utili per la gestione di
questi pazienti nella realtà di tutti i giorni”.
    Per il responsabile del Centro Cefalee all’Università della
Campania ‘Luigi Vanvitelli’, Antonio Russo, “il dato di
ricchezza degli studi ‘real life’ deriva dal fatto che abbiamo
pazienti che incontriamo nella nostra pratica clinica, con le
loro difficoltà e la loro storia di fallimenti con i precedenti
farmaci. Ciò che osserviamo è quanto di più aderente possibile
all’esperienza del neurologo clinico nella sua attività
quotidiana”. In futuro la ricerca clinica nell’ambito dell’emicrania,
rispetto al mondo degli anticorpi monoclonali, “sarà soprattutto
volta identificare dei biomarcatori che ci permettano di
comprendere se ci sono tipologie di pazienti rispondono meglio,
e in quali tempi, agli anticorpi” commenta il professor Russo.
    “I dati a nostra disposizione finora – osserva – suggeriscono
che prima si agisce con anticorpi monoclonali migliore sarà
l’aspettativa di efficacia del trattamento”. (ANSA).
   


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