Emilia-Romagna, allarme sicurezza: 47 morti sul lavoro dall’inizio del 2025

Il bilancio sulla sicurezza sul lavoro in Emilia-Romagna, aggiornato ai primi nove mesi del 2025, resta allarmante: 47 vittime da gennaio a settembre, oltre 45mila infortuni e 4.878 malattie professionali denunciate.

I dati sono stati presentati in commissione regionale Giovani e Politiche per il lavoro dall’assessore Giovanni Paglia insieme ai rappresentanti sindacali. Il quadro mostra una situazione sostanzialmente stabile rispetto al 2024, ma con numeri che continuano a destare preoccupazione.

Edilizia, industria e agricoltura i settori più colpiti

Gli incidenti si concentrano soprattutto in edilizia e agricoltura, i settori tradizionalmente più esposti, mentre nell’industria si registra un incremento rispetto all’anno precedente. Soltanto nell’ultimo anno oltre 5.000 cantieri edili sono stati sottoposti a controlli. Parallelamente, la cassa integrazione è aumentata del 20%, segnale evidente delle difficoltà del comparto produttivo.

La presidente della commissione, Maria Costi, ha sottolineato la necessità di unire le politiche per la sicurezza al tema della legalità, denunciando irregolarità diffuse e la necessità di strumenti di contrasto strutturali.

Controlli e misure attivate

Dal 2020 la Regione ha verificato oltre 5.700 tirocini, comminando due sanzioni per evitare abusi contrattuali. È stato inoltre attivato a Portomaggiore (Ferrara) uno sportello contro il caporalato, con servizi aggiuntivi come trasporto e car sharing dedicati ai lavoratori agricoli. Le Asl, nel 2024, hanno effettuato controlli su più dell’8% delle aziende, superando l’obiettivo fissato al 5%.

Le richieste dei sindacati

La Cgil ha evidenziato la presenza di 50 tavoli di crisi aperti, che coinvolgono circa 10mila lavoratori, chiedendo maggiore sostegno e misure di contrasto più incisive. La Cisl sollecita l’inserimento di un piano industriale stabile nel Patto per il lavoro e la riattivazione della Consulta della legalità. La Uil, invece, propone incentivi per la meccatronica avanzata nei comparti più a rischio e chiede che venga finalmente riconosciuto a livello nazionale l’omicidio sul lavoro come fattispecie autonoma.

Un quadro che conferma, ancora una volta, quanto la sicurezza sia una delle sfide più urgenti per il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna.