Emilia-Romagna, approvato il bilancio 2026: manovra da 14,3 miliardi con focus su sanità e dissesto idrogeologico

L’Assemblea legislativa regionale ha dato il via libera, nella giornata di ieri, al bilancio di previsione per il 2026 e al pluriennale fino al 2027. La manovra finanziaria, che muove risorse complessive per 14 miliardi e 280 milioni di euro, pone al centro la tenuta del sistema sanitario e la sicurezza del territorio. Il documento è stato approvato con i voti della maggioranza composta da Pd, Avs, Civici e M5s, mentre le forze di opposizione di centrodestra (FdI, FI, Lega e Rete civica) si sono espresse contrariamente.

La voce più consistente del bilancio riguarda la sanità, alla quale sono destinati 10,5 miliardi di euro. Una delle novità più rilevanti introdotte è la garanzia di un contributo strutturale derivante da risorse regionali per almeno 200 milioni di euro a partire da quest’anno, una scelta mirata a sostenere il sistema in un momento complesso. Sul fronte del welfare, si segnala un ulteriore potenziamento del Fondo per la non autosufficienza, che riceve un incremento di 25 milioni di euro; tale cifra porta l’aumento complessivo a 110 milioni rispetto ai livelli del 2024.

Particolare attenzione è stata riservata alla prevenzione ambientale: i fondi destinati al contrasto del dissesto idrogeologico sono stati raddoppiati. La Regione ha inoltre confermato tutte le misure a sostegno dei servizi educativi, delle politiche culturali, dello sport, del turismo e del comparto agricolo. Per quanto concerne gli investimenti diretti, sono stati stanziati oltre 500 milioni di euro, ai quali si aggiungono ulteriori 156 milioni recuperati grazie all’accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni, che permette di reinvestire risorse precedentemente tagliate.

Durante il dibattito in aula, il presidente della Regione Michele de Pascale e l’assessore al Bilancio Davide Baruffi hanno difeso l’impianto del documento, definendola una manovra di carattere espansivo. L’amministrazione ha ribadito la volontà di non operare arretramenti sulla qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini, nonostante il quadro generale sia segnato dai tagli ai trasferimenti statali.