Emilia-Romagna, economia: svolta hi-tech per Confcooperative, nasce l’Ufficio Innovazione Digitale

Un ponte verso il futuro per colmare il divario tecnologico e garantire competitività a un sistema che rappresenta una colonna portante dell’economia regionale. Confcooperative Emilia Romagna scende in campo con una mossa strategica annunciata oggi, lunedì 22 dicembre 2025: la creazione del nuovo Ufficio per l’Innovazione Digitale. Un presidio strutturato che nasce con l’obiettivo di accompagnare le imprese nella complessa transizione verso l’industria 4.0, la cybersecurity e l’intelligenza artificiale.

Secondo quanto riportato in un comunicato diffuso dalla centrale cooperativa, il nuovo ufficio non sarà un semplice sportello tecnico, ma un hub strategico coordinato da Gabriella Pirrello. Il suo compito sarà guidare le Unioni Territoriali e le singole cooperative attraverso le sfide imposte dall’evoluzione tecnologica e dall’accesso ai fondi europei, sfruttando partnership di alto livello con attori come Node (il Digital Innovation Hub di Confcooperative), il consorzio ER2Digit, la fondazione IFAB e il sistema universitario regionale.

“La trasformazione digitale è una sfida decisiva per la competitività delle imprese cooperative e per la qualità del lavoro”, ha sottolineato il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza. “Il nostro obiettivo è accompagnare questo cambiamento, evitando che diventi un fattore di esclusione o di aumento dei divari, e facendo in modo che l’innovazione sia uno strumento di crescita sostenibile e condivisa”.

L’iniziativa risponde a un’urgenza dettata dai numeri. Sebbene l’Emilia-Romagna si confermi tra le regioni più attive in Italia per investimenti digitali – con oltre un terzo delle imprese che nel 2024 ha puntato su nuove tecnologie secondo dati Assintel-Assinform – la realtà è a due velocità. Molte PMI si limitano ancora a interventi di base come software gestionali e sicurezza informatica, faticando a compiere il salto verso l’analisi avanzata dei dati o l’automazione evoluta. A pesare è anche il mismatch di competenze, con il 60% delle aziende che segnala difficoltà nel reperire profili specializzati.

Il tema è talmente centrale che l’ultimo numero dell’house organ “Lettera dalla Cooperazione” è interamente dedicato a questo passaggio epocale. Tra le voci ospitate, quella di Danilo D’Elia, amministratore delegato di Node, che avverte: “Il digitale non è un costo, ma una leva strategica che richiede visione”. Spazio anche alle riflessioni giuridiche con Fabio Bravo, professore dell’Università di Bologna, che esplora il potenziale delle “cooperative di dati” come risposta democratica allo strapotere delle big tech, restituendo controllo e valore agli utenti. Una sfida non solo tecnologica, dunque, ma profondamente culturale, che la cooperazione emiliano-romagnola intende affrontare da protagonista.