Legambiente Emilia-Romagna esprime forte preoccupazione per le recenti dichiarazioni dell’assessora regionale Irene Priolo sul progetto eolico “Badia del Vento”, nel comune di Badia Tedalda (AR). L’impianto, approvato dalla Regione Toscana e attualmente oggetto di ricorso da parte del Ministero della Cultura e delle Regioni Emilia-Romagna e Marche, diventa per l’associazione ambientalista simbolo di una contraddizione nella politica regionale sulla transizione ecologica.
L’associazione sottolinea come, solo poche settimane fa, il presidente della Regione Michele De Pascale avesse ribadito, durante Expo Osaka 2025, l’obiettivo di rendere l’Emilia-Romagna un hub delle energie rinnovabili, puntando su geotermia, eolico, fotovoltaico e agrivoltaico. Gli obiettivi dichiarati includono il raggiungimento del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035 e la completa decarbonizzazione entro il 2050. Tuttavia, la posizione della Giunta regionale nei confronti del progetto in Valmarecchia, secondo Legambiente, appare contraddittoria: non si può sostenere la transizione energetica a parole e allo stesso tempo opporsi a un impianto di sette pale eoliche situato al di fuori dei confini regionali.
Per l’associazione ambientalista, il progetto di Badia Tedalda viene trattato come un capro espiatorio in una presunta contrapposizione tra tutela del paesaggio e emergenza climatica, ma si tratta di una falsa dicotomia. I cambiamenti climatici stanno già modificando profondamente il territorio, con frane e alterazioni dei paesaggi rurali, mentre parchi eolici ben progettati possono integrarsi armoniosamente nei contesti montani. Nel Forum Energia del 15 ottobre, Legambiente ha illustrato diversi esempi di buone pratiche in cui impianti a fonti rinnovabili hanno conciliazione con le vocazioni locali, favorendo la transizione energetica senza deturpare i territori.
Secondo l’associazione, ostacolare iniziative come Badia del Vento manda un segnale negativo agli investitori, rallentando lo sviluppo del settore e ostacolando la crescita economica legata alle rinnovabili. Legambiente ricorda inoltre che in Paesi come Spagna e Germania la produzione da fonti rinnovabili ha già superato il 60%, contribuendo a ridurre i costi dell’energia, mentre in Francia il nucleare continua a dominare il mercato.
Conclude l’associazione: per raggiungere risultati concreti serve una visione politica chiara, coraggio nelle decisioni e strumenti adeguati per le amministrazioni locali. La transizione ecologica, avverte Legambiente, non può fermarsi “dietro una collina”, ma deve essere affrontata con coerenza e determinazione












