Emilia-Romagna, scontro politico sull’Alta Velocità: Spinelli (FdI) accusa la Regione di immobilismo

Sul progetto dell’Alta Velocità lungo la dorsale Adriatica si accende il confronto politico. Da un lato, il Partito Democratico con Andrea Gnassi parla di un’infrastruttura sempre più a rischio per colpa del governo. Dall’altro, Fratelli d’Italia, attraverso la voce della senatrice Domenica Spinelli, ribalta completamente l’accusa, indicando nella Regione Emilia-Romagna la vera causa dei ritardi.

Domenica Spinelli

Secondo la senatrice riminese, l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha invece dato segnali concreti in direzione opposta, confermando la volontà di portare avanti la realizzazione dell’asse ferroviario adriatico. In particolare, viene citato il tratto Bologna–Castel Bolognese come esempio emblematico: un’opera necessaria per la Romagna, ma mai pianificata con serietà dall’amministrazione regionale.

Spinelli sottolinea come la Regione non solo non abbia previsto di avviare questi interventi, ma non abbia nemmeno coinvolto i territori, i comuni e le comunità locali nella pianificazione, portando a un confronto acceso e ricco di critiche.

I tempi del dibattito pubblico si sarebbero così allungati a causa delle continue richieste di proroga da parte della Regione, che avrebbe costretto RFI a rivedere la tempistica dei lavori. Secondo quanto riferito dalla senatrice, nonostante Rete Ferroviaria Italiana sia pronta a rilasciare il documento conclusivo con tutte le valutazioni raccolte nel processo partecipativo, da Bologna ancora non è arrivato alcun via libera ufficiale.

Per Spinelli, trattenere fondi su un’opera bloccata dall’inerzia dell’amministrazione regionale è irragionevole, e rischia di compromettere definitivamente le risorse già allocate.

Nel suo ragionamento, la senatrice conclude affermando che portare avanti le infrastrutture realmente cantierabili permetterebbe non solo di realizzarle concretamente, ma anche di liberare nuove risorse da destinare ad altri interventi lungo la direttrice Adriatica. Secondo lei, l’alternativa è continuare a rallentare tutto, come accaduto finora, per colpa di amministrazioni locali e regionali guidate dal Partito Democratico.