Una revisione completa dell’assetto idraulico che coinvolge circa 1.500 chilometri di corsi d’acqua, estendendosi dal bolognese fino alla costa riminese. È questa la portata del progetto di variante al Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Pai) del fiume Po, presentato come passaggio fondamentale per aggiornare le strategie di difesa del territorio dopo i devastanti eventi alluvionali del maggio 2023. L’obiettivo è analizzare ogni singola asta fluviale per definire gli interventi necessari alla messa in sicurezza delle comunità.
L’estensione del piano ai fiumi romagnoli
Il progetto prevede l’allargamento della pianificazione del bacino del Po anche ai sistemi idrografici del Reno, dei fiumi della Romagna e del bacino Conca-Marecchia. Secondo quanto riferito dalla Regione, questa operazione mira a uniformare i criteri di gestione e prevenzione, applicando gli standard del distretto del Po anche alle aree che si sono rivelate maggiormente vulnerabili al rischio idraulico. L’aggiornamento è stato curato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdbPo).
Il confronto con sindaci e comitati
I dettagli tecnici del piano sono stati illustrati nel corso di due incontri istituzionali, alla presenza della sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, del segretario generale facente funzione dell’Autorità di bacino, Andrea Colombo, e del vicecommissario alla ricostruzione Gianluca Loffredo. Al tavolo si sono seduti prima i sindaci dei comuni colpiti dall’emergenza e successivamente i rappresentanti dei comitati degli alluvionati, per un confronto diretto sulle nuove mappature e sulle priorità d’intervento.
Risorse e tempistiche di approvazione
La sottosegretaria Rontini ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’Autorità di bacino, sottolineando l’impegno della Regione nell’ultimo anno attraverso sopralluoghi e assemblee pubbliche. Entrando nel merito delle risorse, Rontini ha spiegato che l’ente regionale ha stanziato 10 milioni di euro del proprio bilancio: questi fondi serviranno ad avviare la progettazione degli interventi strutturali individuati dal nuovo piano, mentre la realizzazione materiale delle opere sarà coperta dalle risorse previste dal decreto 65/2025. È stato inoltre confermato il raddoppio dei fondi destinati alla manutenzione ordinaria del territorio.
L’iter burocratico prevede ora una tappa decisiva: il progetto di variante sarà adottato il prossimo 18 dicembre in sede di Conferenza istituzionale permanente. Da quel momento si aprirà una finestra di 90 giorni per la presentazione delle osservazioni da parte dei soggetti interessati, passaggio propedeutico all’approvazione definitiva che avverrà tramite decreto del Presidente del Consiglio.















