Emma D’Aquino, ‘raccontare senza sfruttare mai il dolore’

“Quando racconti i fatti nel modo giusto, dando alle persone fiducia, penso che il pubblico risponda. Alle persone a cui chiedo una testimonianza, spiego sempre con chiarezza come verrà utilizzata e nel rivolgermi ai telespettatori mi guida la scelta di informare senza sfruttare mai il dolore”. Sono le linee che segue una delle giornaliste del servizio pubblico più amate e rispettate, Emma D’Aquino, al debutto dal primo maggio su Rai1 in seconda serata con il suo nuovo programma, Vittime collaterali, nel quale darà voce alle persone che hanno dovuto affrontare l’impatto di un evento drammatico, capace di stravolgere la vita.

“Occupandomi spesso di femminicidi, anche in Amore criminale (ha debuttato come conduttrice del programma nel 2022 e dovrebbe cominciare presto la nuova stagione) mi sono ritrovata a chiedermi – dice D’Aquino in un’intervista all’ANSA – quale fosse il destino dei ragazzi resi orfani da questi crimini. Molte volte chi resta viene abbandonato sia economicamente che psicologicamente”. Parlandone “con Antonio Di Bella (direttore per il genere Approfondimento della Rai) mi sono resa conto di quanto questo tema sia poco trattato… è stato il punto di partenza”. Nelle cinque puntate di Vittime collaterali non ci saranno solo testimonianze e documenti d’archivio, “ma anche il tentativo di capire, ogni volta, se e come lo Stato intervenga per aiutare chi resta. Cominciamo con le morti sul lavoro: mi sono concentrata su tre ragazzi che hanno perso la vita da studenti, durante degli stage per il progetto di alternanza scuola-lavoro. Di loro parlerò con i genitori, distrutti dal lutto, ma anche impegnati a chiedere verità e giustizia”. Tra gli ospiti, i genitori del 18enne Lorenzo Parelli, e quelli di Giuseppe Lenoci, appena 16 anni. “La seconda puntata – anticipa ancora – sarà sugli orfani di femminicidio, mentre la terza è nata sulla scia di quanto accaduto a ragazze come Saman Abbas, Hina o Sana che hanno pagato con la vita l’essersi ribellate a tradizioni legate alla logica di appartenenza. In studio avrò delle ragazze di etnia diversa: un’indiana che ha sposato un italiano e una ragazza di origini siriane nata in Italia che è riuscita a fuggire dalla Siria per sottrarsi a un matrimonio combinato”.

Nella quarta puntata “parleremo dei 30 anni dalle stragi mafiose e di quelle vittime: un tema tornato d’attualità dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro che è stato fra i protagonisti della stagione stragista”. Infine “per la quinta puntata, parleremo di ludopatia e di come ci siano anche molti giovani a perdersi in questa dipendenza”. Fra le tante vicende, Emma D’Aquino è tornata anche su alcune che l’avevano colpita nel raccontarle da cronista e conduttrice del Tg1 (dal quale manca da poco meno di un anno). “Fra queste c’è la storia di una ragazza che ha appreso dalla tv che la propria madre era stata uccisa dal padre. Quando hanno dissequestrato la casa, è stata lei a dover lavare il sangue della mamma dai mobili e dal pavimento. Si è ritrovata abbandonata quasi totalmente, a parte l’aiuto delle associazioni di volontariato”. La stagione da conduttrice del Tg1 si è conclusa? “Io sono in distacco, tecnicamente sono sempre in forza al telegiornale. Per me è importante anche mettermi alla prova. Il tg mi ha dato gli strumenti che mi hanno permesso di realizzare programmi come Ribelli, su personalità uniche che in vari campi hanno rotto gli schemi precostituiti, o Amore criminale”. Le piacerebbe anche tornare al telegiornale? “Perché no, ma intanto sono felice di fare queste esperienze”. Una la porterà anche su Rai Yoyo, grazie a un cartone animato per i piccoli da 0 a 5 anni “che dovrebbe andare in onda l’anno prossimo, dedicato alla mia gatta. Luna, e ispirato dai miei racconti sul rapporto speciale che ho con lei”.


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