Enrico Lazzari, di Mercatino Conca: uno dei più famosi giocatori di poker rilascia un’intervista al Resto del Carlino sulla la liberalizzazione dello Stato al poker cash, in cui è possibile giocare fino ad un tetto massimo di mille euro, giocando soldi veri online.
Lazzari, cosa ne pensa?
«Sono sincero, mi preoccupa molto. Perché permette a chiunque, anche chi non è esperto di poker, di giocare da casa anche 24 ore su 24, con un rischio di dipendenze altissimo e rischiando di rovinarsi. Anche chi non ha un minimo di esperienza, adesso, può giocare. E se un giocatore che ha mille euro sul conto corrente e gioca ogni partita 100 euro, è inevitabile che perda tutto e debba mettere mano ai risparmi».
Lei come ha iniziato a giocare?
«Poco tempo fa, in realtà. Era il marzo 2008. Ho cominciato per caso, giocando un dollaro. Poi ho vinto e così mi sono entusiasmato».
Finché il poker non è diventato il suo mestiere…
«All’epoca lavoravo come giornalista, collaboravo con un po’ di testate a San Marino. Ma all’improvviso mi sono ritrovato senza lavoro, così mi sono dedicato sempre di più al poker, facendolo davvero diventare la mia professione. E ora ho anche uno sponsor che mi paga i tornei».
Non le è mai venuto in mente che potesse essere un pericolo, che potesse cambiare la sua vita anche in modo negativo?
«Certamente: anche per questo ho deciso di non farmi una vita, di non sposarmi e di non avere figli. Perché si vive sempre nell’incertezza, non esiste uno stipendio fisso da portare a casa. Ed è pericoloso per chi non ha tanti soldi con sè».
Quanto si può guadagnare facendo del poker il proprio mestiere?
«Da uno stipendio normale, da operaio, fino a 40mila euro al mese».
Ma di tutto questo, la sua famiglia che cosa pensa?
«Mia madre è nata nel ’29. Si figuri, vedeva il poker come se fosse la banda della Magliana. Ora ha capito che non si tratta più di una bisca, di un ritrovo clandestino. E’ più comprensiva».
Incontra spesso ragazzi giovani?
«Molti, sempre di più. E certi addirittura si pagano gli studi con le vincite».
E la paura di diventare dipendente del poker, quella c’è?
«Se giochi in maniera intelligente il rischio che corri è minore. Ma soprattutto voglio precisare che il poker è diverso dagli altri giochi d’azzardo, dalle roulette: con il poker ragioni a lungo termine, non ti dà l’ebbrezza di vincere subito. Ed è un gioco lento, richiede moltissima concentrazione».
Quante ore trascorre giocando a poker?
«Prima giocavo anche sei o sette ore al giorno. Adesso ho ridotto, il mio approccio è diverso: lo faccio per lavoro».
Intervista a cura del Resto del Carlino