Entro il 31/12 anche il Vaticano dovrà adottare la terza direttiva comunitaria antiriciclaggio

La presenza, o meno, di un ‘prelato’ e l’effettiva adozione di standard anti-riciclaggio richiesti dalla Banca d’Italia sono le due decisioni che l’Istituto per le opere religiose (Ior), dovrà prendere nel prossimo futuro. E’ ormai dal 25 gennaio che nell’organigramma della cosiddetta banca vaticana è assente la figura del prelato, occupata sino a quel giorno dall’ex segretario del cardinale Angelo Sodano, mons. Piero Pioppo. Il Papa lo ha nominato nunzio apostolico in Camerun e Guinea Equatoriale. Negli anni precedenti, non sempre lo Ior aveva avuto un prelato, ma il nuovo presidente della banca, Ettore Gotti Tedeschi, potrebbe essere comunque affiancato da questa figura che non ha potere decisionale ma un delicato ruolo di supervisione. L’istituto bancario vaticano, poi, si è impegnato a recepire entro il 31 dicembre di quest’anno tutte le disposizioni previste dalla terza direttiva comunitaria antiriciclaggio. Se i tempi di Paul Marcinkus sono, infatti, lontani, la questione dell’antiriciclaggio è comunque all’ordine del giorno. Il tema è emerso a seguito di una verifica dell’unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia su un’operazione dello Ior presso UniCredit Banca di Roma. L’organismo di Palazzo Koch ha accertato nei rapporti con lo Ior inosservanze delle disposizioni antiriciclaggio in tema di registrazioni e di adeguata verifica della clientela. Di qui l’invito ad una rivisitazione delle prassi operative per le banche che intrattengono rapporti con lo Ior e l’invito allo stesso istituto vaticano ad adottare uno schema operativo che gli permetterà di rientrare tra le banche di uno Stato estero considerate però equivalente ad una banca italiana. In questo senso, lo scorso 17 dicembre, a Bruxelles, è stata sottoscritta la Convenzione monetaria tra lo Stato della Città del Vaticano e l’Unione Europea. Scadenza dell’attuazione: 31 dicembre 2010.
APCOM