Erasmus: ”Gli eletti al Consiglio Grande e Generale sono stati frutto di un’illegalità inammissibile. Il voto di scambio è la matrice di tutte le pratiche di corruzione, di illegittime assunzioni, di favoritismi, di illegalità ambientale diffusa a tutti i livelli”

no voto di scambioNemesi, figlia di Oceano e della Notte, era la Dea a cui la mitologia greca attribuiva il compito di “distribuir giustizia”. Già allora erano molti i delitti impuniti ed in questi casi la Dea perseguitava i malvagi e gl’ingrati, a cui dosava sapientemente gioia e dolore, terrore e paura, rimorso e follia, successi temporanei e cadute definitive, affinché i violatori delle leggi degli uomini e degli Dei conoscessero sulla loro pelle il male che con le loro azioni avevano inflitto agli altri. Non so se Nemesi si sia risvegliata dalle parti dei Tavolucci, ma certo qualcosa deve essere accaduto, di mitico o di giuridico. C’è anche un pizzico di cultura classica negli atti giudiziari, quando gli inquirenti scrivono “Omnia venalia esse”  La frase presa dal Sallustiano “Bellum Iugurtinum”,  dove Publio Scipione, dopo la distruzione di Numanzia, ammonisce a chiare lettere Giugurta sulla necessità di preferire sempre, alle ricchezze, l’onestà e la rettitudine.

Certo abbiamo appreso un fatto incontrovertibile: quello che le elezioni e quindi gli eletti al Consiglio Grande e Generale sono stati frutto di un’illegalità inammissibile. Il voto di scambio è la matrice di tutte le pratiche di corruzione, di illegittime assunzioni, di favoritismi, di illegalità ambientale diffusa a tutti i livelli.

Chi ci governa non è stato eletto dal Popolo Sovrano, ma dal Popolo Comprato.

Allora bisognerà sciogliere il Consiglio Grande e Generale e la Reggenza dovrà governare in assoluta sovranità ed indipendenza, convocando, immediatamente, un Nuovo Arengo, che sia costituente ed al quale dovranno partecipare i delegati nominati da ciascun Castello.

La parola deve tornare ai cittadini ed ai residenti.

Questi delegati dovranno dare vita ad un nuovo assetto istituzionale, dove il principio della discrezionalità dovrà essere bandito, dove si dovrà creare la figura del “Gonfaloniere” ovvero di un primo ministro, che nomini la squadra di governo, attingendo non solo al mondo della politica ma anche a quello delle professioni, del lavoro, dell’impresa, scelti fra i cittadini ed i residenti.

So che molti storceranno il naso al riferimento ai residenti, ma se si vuole girare pagina non si può pescare solo nel laghetto delle famiglie.

Quella di oggi è una situazione simile a quella dell’ Arengo che nel 1906 abbatté l’oligarchia, che con gli anni è diventata partitocrazia, gestita dalle solite famiglie, dalle conventicole, da un metodo spartitorio di potere e soldi, dove non la competenza, non l’onestà, non lo spirito di servizio, ma solo la tessera, il voto e la stecca hanno contato. Certo non si può processare un metodo, ma non si può dimenticare che questa politica si è mangiata un paese. Si sono portati sul Titano spesso persone di gran valore.

Ci siamo dimenticati dei Riccio, dei Gentili, dei Bossone, dei La Sorella, e quell’esercito di medici tutti saliti sul Titano, fra squilli di tromba, e costretti ad andarsene nauseati dai “si dice” o finiti triturati da una politica che è metastasi di tutta la vita economico sociale del Paese.

Ci fu per la verità uno che rapidamente capì che aria tirava sul Titano. Ezio Paolo Reggia voleva e poteva cambiare Banca Centrale, ne aveva le competenze, i mezzi, le conoscenze e la capacità per farlo. Aveva iniziato il suo lavoro per crearsi una squadra di tecnici capaci ed onesti, quando la politica (la stessa che oggi ci governa) gli nominò, a sua insaputa, Direttore Generale Giannini. Capì allora che non era il caso di lavorare per chi l’indipendenza la conosce soltanto per sentito dire. Si dimise, considerato poi che il compenso da Lui richiesto era di 1 Euro all’anno e certo avrebbe potuto vivere anche senza quell’entrata. Non sbatté la porta, come gli aveva insegnato l’esperienza e le frequentazioni di curia, preti e cardinali.

Non sono certo morti i protagonisti di questa vicenda che, in un paese normale, avrebbe visto la normalizzazione dei rapporti con l’Italia. Chi fece da sponsor a Giannini siede in Congresso di Stato e poco importa se il suo partito bonsai adesso dice di voler staccare la spina.

Tutto cambierà solo quando tutti i Sammarinesi decideranno di staccare loro la spina del potere di questi “dilettanti allo sbaraglio”.

Erasmus

Fonte: La Voce