Hanno atteso salvaguardando il valore del loro lavoro e dell’azienda anche assistendo a colpi bassi da parte di imprese concorrenti. Ora la pazienza dei 90 dipendenti Erbavita Spa sta per terminare. A banche e governo chiedono di «stabilire una volta per tutte se il percorso di vendita è tracciato oppure no». I lavoratori, con i rappresentanti di Csdl, Cdls, Usl, si sono riuniti ieri mattina in assemblea per discutere del loro futuro. Da mesi infatti l’azienda di Chiesanuova che da più di 30 anni di storia ha sempre prodotto reddito per i circa 150 lavoratori, che soltanto un anno fa vi erano occupati, è in amministrazione controllata. «La moratoria – fanno sapere sindacati e lavoratori – doveva servire per traghettare l’azienda verso la cessione a un nuovo gruppo in grado di garantire investimenti, l’attuale livello di occupazione e la prosecuzione dell’attività produttiva attraverso una proposta di concordato ai creditori». Dopo mesi di attesa e di trattative, «in questi giorni si assiste a inverosimili perdite di tempo».
Sul piatto, spiegano sindacati e dipendenti, c’è un’unica offerta che supera i 15 milioni di euro del gruppo imprenditoriale in capo a Roberto Valducci. Eppure «ancora si assiste a temporaggiamenti assurdi – lamentano i diretti interessati – e continue possibili proposte da parte di altri non meglio identificati investitori». Il timore è che «la situazione di incertezza possa far saltare il banco e portare al fallimento dell’azienda, per cui è necessario stabilire una volta per tutte se il percorso di vendita è tracciato oppure no. Non siamo più disposti ad assistere a tali scenari». I lavoratori mandano a dire a istituti di credito e governo in primis che «esigono da parte degli organismi preposti una sterzata decisiva che porti alla definitiva conclusione della vicenda».
In particolare, alla luce degli impegni presi da Valducci per la salvaguardia del patrimonio aziendale e dei lavoratori «si richiede una decisione definitiva, che non pregiudichi la proposta d’investimento». Diversamente, «non possiamo permettere che, a forza di ipotetici rilanci – dicono in conclusione – si resti con un pugno di mosche in mano e qualcuno possa acquisire gli asset aziendali con quattro soldi e senza piani occupazionali». Le organizzazioni sindacali hanno «già per tempo – dicono – in nome e per conto dei lavoratori Erbavita, chiesto al governo un ruolo attivo e alla gestione della procedura della moratoria una decisione sollecita sulla prospettiva della azienda e dei lavoratori occupati». Il Resto del Carlino
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