Per Recep Tayyip Erdogan le cose non vanno per niente bene. E le elezioni in Turchia sono un colpo durissimo alla leadership del Sultano, visto che il suo partito, l’Akp, non è riuscito a vincere né ad Ankara né a Istanbul. Il risultato politico è nettamente contrario ai sogni egemonici dell’attuale presidente turco. Dopo 16 anni di vittorie quasi totali da parte del leader turco, l’Akp perde Ankara, dopo 25 anni di dominio assoluto, e perde anche un’altra città importante come Antalya. Ma la sconfitta di Istanbul ha un sapore ancora più simbolico. La città sul Bosforo è uno dei simboli principali della Turchia ed è una metropoli su cui Erdogan ha puntato molto. E il fatto che sia stato eletto Ekrem Imamoglu, candidato repubblicano dell’opposizione, contro l’esponente governativo, Binali Yildirim, è più di un campanello d’allarme per il trono del sultano.
Il voto è una conferma delle difficoltà che sta vivendo il partito del presidente turco in questi anni. L’Akp, al potere dal 2002, vive da tempo un lento ma apparentemente inesorabile declino. Erdogan non riesce più a far breccia nel cuore dell’elettorato turco. Il consenso cala sensibilmente da anni e la crisi economica che in questi mesi sta falcidiando il Paese non aiuta certamente il presidente nella crescita del consenso politico. La tremenda crisi della lira turca, unita alle difficoltà interne causate da mancanza di lavoro e perdita di potere d’acquisto, comporta un netto distacco dai sogni di gloria dell’attuale governo di Ankara.