Erga omnes, la Csu non lo applica con l’USL

Ancora un caso limite che conferma la necessità di superare, una volta per tutte, il principio dell’erga omnes a San Marino, per mettere mano definitivamente alla questione della rappresentatività.
Dopo aver appurato che il sindacato ha firmato due diversi contratti per il settore artigianato, con Osla e Unas (diversi tra loro per la parte normativa e per le tabelle contributive), cosa che implica la non applicazione, in questo caso specifico, dell’erga omnes, è di oggi la notizia di una violenta diatriba tra la CSU e il cosiddetto terzo sindacato, l’USL (nella foto il direttivo).
Il fatto è presto detto: l’USL ha indetto un’assemblea in un’azienda e il “vecchio” sindacato si è opposto con veemenza, inviando una lettera in cui si chiede di non concedere quest’assemblea, poiché la neonata USL non avrebbe il diritto di indirla in quanto non è stata tra i sottoscrittori del contratto in questione. Questo significa che l’erga omnes non ha valore in questo caso, che il terzo sindacato, pur avendo i requisiti per essere riconosciuto, non può vedere applicate le stesse condizioni che valgono per Csdl e Cdls?
Non entriamo nel merito della questione burocratica, il fatto non lo necessita. Ribadiamo ancora una volta che se da una parte si pretende l’applicazione dell’erga omnes (perché le tabelle retributive firmate da Osla devono valere anche per le aziende associate ANIS, aziende che per inciso sono la grande maggioranza?) dall’altra non si può fare finta che questo principio non esista. Andando a firmare due contratti diversi per l’artigianato e poi chiedendo di bloccare un’assemblea indetta dall’altro sindacato. O un principio vale sempre, o non vale mai.
Forse a questo punto sarebbe il caso di affrontare seriamente la questione della rappresentatività, una volta per tutte.
Su San Marino Fixing versione cartacea, venerdì, ulteriori approfondimenti sull’argomento.

 

www.sanmarinofixing.com