Ernesto Pellegrini nella ‘Hall of Fame’ italiana

(ANSA) – ROMA, 10 MAG – Ernesto Pellegrini, il 17/o
presidente della storia dell’Inter è un nuovo membro della ‘Hall
of Fame del Calcio Italiano’. Un riconoscimento per un dirigente
appassionato e competente che dopo aver conquistato lo scudetto
dei Record (58 punti in 34 partite nella stagione 88-89, quando
la vittoria valeva 2 punti) nel 1991 riportò l’Inter a vincere
in Europa, una Coppa Uefa, dopo 26 anni di digiuno.
    “Ringrazio la Federazione e chi ha proposto di premiarmi”,
commenta, per poi ricordare il primo ‘incontro’ con la sua
amata. È il 4 aprile del 1954, a San Siro si gioca
Inter-Juventus, scontro diretto tra le due candidate ad uno
scudetto che si sarebbe deciso nelle ultime due giornate, con i
nerazzurri capaci di vincere in volata il loro settimo titolo.
    In tribuna c’è anche un ragazzo di 13 anni, inconsapevole che 30
anni più tardi sarebbe riuscito a regalarsi la sua squadra del
cuore: “Era la mia prima volta allo stadio. Vincemmo nettamente
(6-0, ndr) – ricorda -, dominando la partita. Da allora il
legame è diventato sempre più forte. E nel 1984 ho acquistato
l’Inter da Ivanoe Fraizzoli”. A prezzi ben diversi da quelli
attuali: “L’ho pagata meno di sei miliardi di lire”.
    Un decennio più tardi Pellegrini passerà il testimone a Massimo
Moratti, anche lui tra i membri della ‘Hall of Fame’: “Lo stimo
molto, ogni tanto ci sentiamo. Anche perché con la sua azienda è
un mio cliente. No, di Inter non parliamo, ultimamente Massimo
non viene allo stadio”.
    Pellegrini e Moratti, due presidenti tifosi in un mondo dove i
grandi mecenati non trovano più spazio: “Il nostro era un calcio
più romantico. Ma il calcio è fatto di cicli e magari tra
qualche anno tornerà la figura del ‘presidente-tifoso’. Io me lo
auguro…”. Ma era più forte l’Inter dello scudetto dei Record o
quella del Triplete?: “La mia – la risposta di Pellegrini – ma
ammetto che potrei non essere obiettivo. Quella squadra vinse
poco per le potenzialità che aveva, diciamo che moralmente
avremmo meritato anche lo scudetto del ’90-’91. In alcune
partite, compreso lo scontro diretto con la Sampdoria, gli
arbitri ne hanno combinate davvero di tutti i colori. Purtroppo
all’epoca non esisteva il Var”. (ANSA).
   


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