“Errori ma…”. Suocera e moglie di Soumahoro gridano alla “manipolazione”

Suocera e moglie provano strenuamente a difenderlo. Dopo il video sfogo pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook, il parlamentare di Verdi-Si Aboubakar Soumahoro ha ricevuto man forte da Maria Therese Mukamitsindo, la suocera, la quale ha ammesso pure che “qualche errore è stato fatto” sulle cooperative gestite dalla famiglia ma “tutto è stato speso per i rifugiati. Tutto è rendicontato e posso provarlo“.

“Non ne parliamo mai”

Il quotidiano Repubblica ha intevistato madre e figlia sullo scandalo che avvolge l’onorevole sui fatti venuti a galla sul centro gestito dal Consorzio Aid di Latina dopo le parole choc di una dipendente che ha raccontato il tipo di vita che si conduceva lì dentro sottolineando le “condizioni pessime” in cui vivevano gli ospiti. La compagna di Soumahoro ha dichiarato che lui sarebbe estraneo ai fatti perché “non si è mai interessato alla coop. In famiglia non ne parliamo mai”.

“Lo Stato non ci paga”

Secondo il racconto della cuoca e interprete, i minorenni ospiti della struttura versavano in condizioni pietose, al freddo e senza cibo. E poi, i dipendenti non ricevevano un euro ufficialmente perché “non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo“, ha dichiarato la Mukamitsindo mentre, quando si è parlato di presunti maltrattamenti, le due donne hanno sottolineato che i ragazzi “non si sono mai lamentati con noi. La frase sul razzismo è riferita a uno dei posti dove sono stati portati dopo“.

Le presunte “manipolazioni”

Sembra una difesa arraffazonata, improvvisata, soprattutto quando viene chiesto loro la scarsità del cibo nella coop. “La cuoca è arrabbiata perché deve essere ancora pagata e il contratto le è scaduto”, affermano, facendo così intendere il perché di quelle parole contro mentre i ragazzi addirittura, “forse sono manipolati dal sindacato“. La tempesta che avvolge la famiglia non sono finite qui: riguardando anche un possibile contratto non regolare ai danni di un mediatore egiziano: “Diceva di avere i documenti in regola. Solo dopo abbiamo scoperto che non aveva documenti e, supponiamo, neanche il permesso di soggiorno. Quel caso è stato gestito con troppa leggerezza”. Insomma, una colpa viene ammessa ma secondo suocera e compagna l’obiettivo sarebbe “Aboubakar, vogliono affossarlo. Un mese dopo il suo ingresso in Parlamento, e subito dopo essere andato a Catania per difendere lo sbarco dei migranti, scoppia questo scandalo“.

La stoccata di Gasparri

Sulla vicenda è intervenuto anche il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, dopo aver letto un’intervista in cui Soumahoro lo chiama direttamente in causa dicendo che era stato lo stesso Gasparri a escludere ogni responsabilità del parlamentare di Verdi-Si sullo sfruttamento dei lavoratori a Latina. “Io da garantista mi sono limitato a prendere atto che allo stato non risulta nessun coinvolgimento del neo parlamentare in queste vicende di cui abbiamo appreso. Però dico con analoga franchezza che risulta difficile immaginare che l’on. Soumahoro non si fosse accorto del disordine che avrebbe accompagnato vicende di lavoro che potrebbero aver coinvolto sue familiari“, spiega con estrema chiarezza Gasparri all’Ansa, aggiungendo che l’intera vicenda fa emergere l’ipotesi “di gravi forme di sfruttamento di lavoratori stranieri da parte di organizzazioni gestite da loro connazionali. Quindi non posso lanciare accuse verso il neo deputato, tuttavia gli consiglio con pacatezza di indossare nuovamente gli stivali di gomma che ha usato all’esordio parlamentare, per visitare nuovamente le zone dove hanno agito le sue familiari, così conoscerà i fatti che dice di ignorare“.


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