Esclusivo Espresso. Così Armando Siri ha intascato oltre un milione da una banca di San Marino

Un’inchiesta sui «prestiti di favore» al senatore della Lega per ingraziarsi il governo italiano: prima 750 mila euro all’allora sottosegretario. Poi altri 600 mila alla società di un amico. Con zero garanzie e mille anomalie. In esclusiva i documenti dell’indagine

DI LIRIO ABBATE E PAOLO BIONDANI
Esclusivo: così Armando Siri ha intascato oltre un milione da una banca di San Marino
Il caso Siri raddoppia. Come raccontiamo sul giornale in edicola da domenica 28 e  già online su Espresso+ , dopo le inchieste aperte in Italia dalle procure di Milano, Palermo e Roma,anche le autorità di San Marino indagano sugli affari proibiti del senatore, ex sottosegretario e consigliere economico della Lega. La nuova istruttoria riguarda due «prestiti di favore a elevato rischio» concessi da una banca dell’ex paradiso fiscale e caratterizzati da una doppia serie di «violazioni sistematiche» delle regole creditizie: 750 mila euro incassati dal senatore Armando Siri tra ottobre e gennaio scorsi, quando era ancora vice-ministro delle Infrastutture, e altri 600 mila ottenuti appena tre mesi fa da un imprenditore a lui collegato.

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Entrambi i finanziamenti bancari sono stati giudicati «contrari ai principi di sana e prudente gestione del credito» dagli ispettori della Banca Centrale di San Marino e dell’Agenzia anti-riciclaggio (Aif), che dopo sette mesi di verifiche e interrogatori riservati hanno deciso di denunciare tutto alla magistratura. E di trasmettere gli atti anche alla procura di Milano.

Nuovo scandalo milionario per Armando Siri

Ecco i documenti inediti dell’indagine ispettiva della Banca Centrale di San Marino sui prestiti senza garanzie al senatore della Lega. In ottobre 750 mila euro all’allora sottosegretario. E tre mesi fa altri 600 mila a una ditta presentata dal suo portaborse. Tra incontri segreti, atti cancellati, carte tenute nascoste. Ora trasmesse alla procura di Milano

L’Espresso, nel numero in edicola da domenica 28 luglio, pubblica in esclusiva i documenti dell’indagine ispettiva. Dagli atti risulta che il prestito non aveva motivazioni finanziarie: è stato deciso dalla banca per avere «scambi e relazioni con il senatore, considerata l’imporante posizione di sottosegretario», in grado di condizionare il governo italiano.

Le anomalie più gravi della pratica di Siri riguardano documenti decisivi che risultano «alterati», «cancellati», «omessi» o «tenuti nascosti»: atti ricostruiti dagli inquirenti dopo uno scontro con la banca per sbloccare il sistema informatico. Ora anche queste carte sono state trasmesse ai pm italiani.

L’Espresso