Un’inchiesta sui «prestiti di favore» al senatore della Lega per ingraziarsi il governo italiano: prima 750 mila euro all’allora sottosegretario. Poi altri 600 mila alla società di un amico. Con zero garanzie e mille anomalie. In esclusiva i documenti dell’indagine

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Entrambi i finanziamenti bancari sono stati giudicati «contrari ai principi di sana e prudente gestione del credito» dagli ispettori della Banca Centrale di San Marino e dell’Agenzia anti-riciclaggio (Aif), che dopo sette mesi di verifiche e interrogatori riservati hanno deciso di denunciare tutto alla magistratura. E di trasmettere gli atti anche alla procura di Milano.
Nuovo scandalo milionario per Armando Siri
L’Espresso, nel numero in edicola da domenica 28 luglio, pubblica in esclusiva i documenti dell’indagine ispettiva. Dagli atti risulta che il prestito non aveva motivazioni finanziarie: è stato deciso dalla banca per avere «scambi e relazioni con il senatore, considerata l’imporante posizione di sottosegretario», in grado di condizionare il governo italiano.
Le anomalie più gravi della pratica di Siri riguardano documenti decisivi che risultano «alterati», «cancellati», «omessi» o «tenuti nascosti»: atti ricostruiti dagli inquirenti dopo uno scontro con la banca per sbloccare il sistema informatico. Ora anche queste carte sono state trasmesse ai pm italiani.