ESCLUSIVA. REGGIO EMILIA IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE SCRITTA DI ALLEANZA CIVICA SUI CAMPI NOMADI

Cesare Antonio Bellentani e Cinzia Rubertelli

Interrogazione a risposta scritta in data 10 febbraio 2017

premesso che

la Giunta regionale ha approvato la graduatoria del bando riservato ai Comuni per la chiusura dei campi nomadi di grandi dimensioni, attuando così la legge regionale sull’inclusione sociale di Rom e Sinti (16 luglio 2015, n. 11);
dei 9 progetti che vanno nella direzione indicata dalla Regione Emilia-Romagna, 7 sono stati finanziati dalla Regione stessa nell’ambito del bando, rispettivamente presentati dai Comuni di: Modena, Carpi (Mo), Camposanto (Mo), Bologna, Casalecchio di Reno (Bo), Rimini e dall’Unione di Comuni della Romagna Faentina (Ra);
ciascun progetto ammesso a contributo viene finanziato per l’80% del costo complessivo, con un limite di 250 mila euro per gli interventi in conto capitale e di 70 mila euro per gli interventi di spesa corrente;
le province con il maggior numero di campi e aree sono Reggio Emilia (76 insediamenti per 1295 persone), Bologna (29 insediamenti per 509 persone), Modena (35 insediamenti, 585 persone), Piacenza (9 insediamenti, 180 persone) e Rimini (14 insediamenti, 197 persone). Dal 2003 al 2012, le persone inserite dai Comuni negli alloggi hanno raggiunto una quota considerevole: 568 in 123 appartamenti;
in particolare nel nostro Comune sono presenti cinque campi comunali (compresa l’unica microarea sperimentale in via Felesino nelle quale venne da subito riscontrato un grave abuso edilizio) e circa 25 microaree private;

considerato che

in seguito a specifici accertamenti degli uffici, la stragrande maggioranza delle citate microaree private sono state acquisite al patrimonio comunale in seguito ai necessari provvedimenti conseguenti l’accertamento di gravi abusi edilizi;
in tali aree non risultano ancora ordinate ovvero eseguite le opportune azioni di ripristino e nemmeno di sgombero, da parte dell’Amministrazione nei confronti degli occupanti ai quali non sarebbe stato chiesto nemmeno di pagare i canoni di occupazione di un’area pubblica;

valutato che

risulterebbe politicamente ed eticamente irresponsabile ed inaccettabile nei confronti del resto della cittadinanza, che la nostra Amministrazione tentasse di sanare ovvero regolarizzare tali situazioni anche mediante l’adesione alle citate norme regionali ovvero a nuovi progetti che la stessa intendesse approntare;
si interroga la Giunta con richiesta di risposta scritta per sapere come intende riportare l’ordine e la legalità nelle aree in oggetto ora di proprietà pubblica.

Alleanza Civica

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