
I soccorritori cercano ancora disperatamente segni di vita dopo che un’esplosione di metano in una miniera di carbone nel nord della Turchia ha ucciso almeno 25 persone e ne ha intrappolate decine a centinaia di metri sottoterra. Aggiornando il bilancio delle vittime, il ministro della Salute Fahrettin Koca ha anche twittato che altri 11 estratti vivi erano stati ricoverati in ospedale. L’incidente è uno dei più gravi sul lavoro degli ultimi anni in Turchia.
Il ministro dell’Interno Suleyman Soylu ha precisato, parlando con dei giornalisti nella piccola città carbonifera di Amasra, sulla costa turca del Mar Nero, che “in tutto, 110 dei nostri fratelli stavano lavorando (sottoterra). Alcuni di loro sono usciti da soli e alcuni di loro sono stati salvati”. Soyli ha anche confermato i primi rapporti secondo cui quasi 50 minatori sono rimasti intrappolati in due aree separate tra 300 e 350 metri sotto terra. “Siamo davvero di fronte a un quadro triste”, ha aggiunto il ministro, che ha visitato la scena insieme al suo collega per l’Energia.
Venerdì sera le squadre di soccorso hanno cercato di salvare decine di lavoratori intrappolati in gallerie a 300 e 350 metri sotto il livello del mare. Le squadre di soccorso e mediche, così come i familiari dei minatori intrappolati, molti dei quali con le lacrime agli occhi, erano visibili nelle prime immagini trasmesse dai media turchi dall’ingresso della miniera.
L’agenzia statale turca per la gestione dei disastri Afad aveva inizialmente annunciato su Twitter che la causa dell’esplosione era un trasformatore difettoso, ma ha poi ritrattato la dichiarazione. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan visiterà oggi la miniera di Amasra.
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