Eterologa, tempi lunghi per 300 coppie: fecondazione possibile solo se porti un amico. Mancano i donatori e non ci sono accordi con le banche europee

15.05.2006 - Avegno: neonatoTempi lunghi per le 300 coppie in attesa di poter effettuare l’inseminazione eterologa presso il reparto di Fisiopatologia della riproduzione dell’Ausl di Romagna, guidata dal professor Carlo Bulletti, se queste non riusciranno a trovare un amico o un’amica così generosi da donare il proprio seme o i propri ovuli per la fecondazione. Purtroppo, come sottolinea il primario, questa è la realtà: «I tempi non siamo in grado di definirli perché è tutto su base volontaria. Intanto però siamo contenti di annunciare che tre bambini sono in arrivo. Sono stati concepiti nel mese di dicembre». Il problema nasce dal fatto che a sette mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile l’eterologa anche nel nostro Paese mancano le donazioni, soprattutto, di ovociti. «Al momento possiamo contare solo su donazioni volontarie: o la coppia porta amici, oppure all’interno della coppia chi non ha problemi fa una donazione di seme o ovociti spiega il professor Bulletti . L’altra strada è quella dei bandi per convenzioni con banche europee di gameti o seme. Ma questa è una soluzione, a mio modo di vedere, che si può avviare subito per sopperire alle carenze, ma deve essere temporanea. Il nodo che bisogno sciogliere è quello dell’indennizzo ai donatori. Già in altri Stati, come ad esempio l’Inghilterra, donatori o donatrici ricevono un indennizzo di circa 8/900 euro per il disagio (assenza dal lavoro, somministrazione di farmaci) fa sapere . La mia riflessione è: tra pagare una banca dati straniera o dare un indennizzo a una persona che differenza c’è? Ma se non si esce da questa empasse non ci riuscirà a far fronte alla grande domanda delle coppie alla quale stiamo già assistendo. Al momento io faccio un appello ai volontari, ma senza una soluzione strutturata il problema non si risolve». La questione della carenza di gameti è stata sollevata anche da Elisabetta Coccia, presidente di Cecos, l’associazione che raggruppa i maggiori centri italiani privati e convenzionati per la fecondazione assistita.

Il Resto del Carlino