Euforia Inter. “Siamo i primi e faremo sempre meglio”

mancini_1061543650x438VENTIQUATTRO ore per raccogliere i pensieri, metabolizzare la gioia e trasformarla in parole. Poi Erick Thohir si è unito al coro di elogi per l’Inter, prima in classifica dopo tre giornate come non accadeva da cinque anni, nella sera di un successo contro il Milan. «La vittoria – si legge su inter.it – è un grande risultato per il nostro club, soprattutto in considerazione del fatto che siamo solo alla terza giornata. Abbiamo diversi giocatori che devono ancora ambientarsi e molti che sono rientrati stanchi dagli impegni con le rispettive nazionali. Penso che abbiano giocato tutti molto bene. Sono orgoglioso della squadra e, ovviamente, dei nostri tifosi, che ci hanno fatto fare numeri da record creando un’atmosfera fantastica a San Siro e dando un grande supporto a Roberto Mancini e ai suoi ragazzi». Thohir si è detto «felice per il lavoro fatto dal club sul mercato», dopo il quale si è «creato un buon mix con giovani di talento e giocatori di esperienza». Il presidente è convinto che «quando avranno la possibilità di conoscersi meglio e di creare la giusta amalgama» la squadra sarà «ancora più forte». Concetti che sono stati espressi già domenica sera da Roberto Mancini, conscio di avere in mano una formazione forte ma giovane, al quale forse tanti elogi possono creare qualche problema. L’entusiasmo può diventare un carburante importante, ma anche mutare in eccessiva euforia e mandare all’aria quanto di buono raccolto finora. «Fosse l’ultimo giorno dell’ultima giornata cambierebbe qualcosa ma – dice Mancini – oggi non cambia niente. Semplicemente fa piacere aver vinto il derby ed essere primi, anche per Moratti e Thohir. I nove punti ci danno più consapevolezza, ma ci saranno anche momenti difficili. La Juve? Ha subito due sconfitte, ma lotterà per vincere il campionato». Uno dei pochi a non poter gioire, almeno a livello personale, è Andrea Ranocchia. Penalizzato dalle scelte, il difensore è stato rincuorato ieri dal tecnico: «A volte i giocatori, ed è un discorso generale, devono mettere l’allenatore in condizione di farli giocare, ma io sono convinto che Andrea sia un grande calciatore e che in futuro sarà fondamentale per noi. Fossi in lui ci rimarrei male, ma mi metterei al lavoro per convincermi che ho sbagliato nelle scelte».

Fonte: IL RESTO DEL CARLINO