Chi erano i giurati, i membri della giuria sammarinese accusata di essersi macchiata di una sorta di “voto di scambio”, di irregolarità nella votazione finalizzata a decretare il paese e l’artista vincitori dell’Eurofestival 2022?
Ma procediamo per gradi. La rassegna, il Festival di Bruxelles della musica continentale, organizzata dall’associazione europea delle radiotelevisioni, si è fin da subito ritagliata il titolo di “oggetto preferito” negli autori dei “meme” più disparati (“Centrato in una tabaccheria di Kiev il 6 del Superenalotto; la figlia ucraina di Fantozzi eletta miss Universo; Kiev batte Inter e Milan nella volata scudetto…) conseguenti alla vittoria di una delle più “noiose” e banali canzoni portate in gara da un qualunque “Folklore di Romagna” made-in-Kiev, incapace, peraltro, di primeggiare nelle stesse selezioni nazionali Ucraine…
Infatti, ma questa è un’altra storia, non doveva essere la Kalush Orchestra a tingere di giallo-blu il palco di Torino, ma Alina Pash, poi ritiratasi perchè “colpevole” di aver partecipato ad un matrimonio nella Crimea occupata…
“Sono una cittadina Ucraina -disse cedendo alla veemente campagna nazionale contro di lei- rispetto le leggi, sostengo le tradizioni e le porto nel mondo. Sono un’artista, non faccio politica. Non ho un esercito di PR, manager e avvocati per resistere a tutti questi attacchi e alle minacce. Non voglio questa guerra virtuale, quella vera è arrivata nel mio Paese nel 2014. Non voglio far parte di questa storia sporca”.
“Con tristezza -concluse- ritiro la mia candidatura a rappresentare l’Ucraina all’Eurovision Song Contest”.
Evidentemente, tornando all’attualità, vien da credere, i giurati -quelli che non hanno “barato” ovviamente- devono aver confuso Achille Lauro con il Prof. Alessandro Orsini; il leader della Kalush Orchestra con il consulente governativo Edward Luttwark e, addirittura, Cornelia Jacobs con l’inviato di guerra Toni Capuozzo…
Poteva bastare ciò per togliere ogni autorevolezza di rassegna musicale all’Eurofestival? Secondo gli organizzatori parrebbe di no. Così, ecco l’autodenuncia di “voto di scambio” e, perdipiù -su ammissione degli stessi denuncianti, come rimarcato dall’autodifesa di San Marino Rtv-, neppure certo al 100%…
Brogli che, comunque -ha tenuto a precisare la stessa organizzazione-, non hanno influito sulla scelta del vincitore. Come dire, tranquilli: nonostante le irregolarità ha vinto la canzone più bella! Qui ci vorrebbe la faccina, lo “smile” che ride a crepapelle senza poter trattenere le lacrime! Ma non è previsto nelle funzionalità tecniche delle pagine elettroniche di GiornaleSm. Pazienza.
Ma che senso ha, a questo punto, spendere soldi -ho appreso oggi con stupore su queste stese pagine che “inviare” il “sobrio” Achille Lauro alla rassegna è costato 280mila euro alle casse pubbliche- per partecipare ad una rassegna musicale che non premia la musica migliore; che vede nazioni rappresentate da concorrenti di altre nazioni (come se Totti giocasse nella Germania); dove si corre addirittura il rischio di venire lesi, come Nazione e come comunità, senza prove e certezze dagli stessi organizzatori di cui, peraltro, si è parte attiva e fondante?
Ma è l’Eurofestival o il concorso canoro interno alla “Sagra del Melograno” di Masullas, in provincia di Oristano, magari presieduto da un qualunque “Maresciallo Capobianco” parente stretto di Checco Zalone?
Con che autorità e con quali certezze o prove l’Ebu accusa -dopo essere stata a sua volta accusata da Tv rumena di aver imbrogliato assegnando all’Ucraina voti dati ad altri- San Marino, Romania, Azerbaijan, Polonia, Spagna, Georgia e Montenegro di una sorta di “voto di scambio, ottenendo una durissima replica in cui i responsabili rigettano al mittente ogni accusa?
Sta di fatto che San Marino è visto, oggi, nel resto d’Europa, come un paese di “imbroglioni”. E ciò grazie alla sua partecipazione all’Eurofestival e alla azione dell’Ebu che non può passare nel dimenticatoio, come se nulla fosse. E non basta la difesa d’ufficio fatta -neppure troppo tempestivamente- dalla Tv di Stato.
L’immagine del Titano e della sua comunità ne escono devastate. E ciò grida vendetta! Anche nelle sedi giudiziarie più opportune, perchè tutti i sammarinesi oggi hanno il diritto di sapere che li ha “sputtanati” nella loro dignità.
La “giuria biancazzurra” ha realmente “barato”? In tal caso nomi e cognomi dei giurati, perchè dovranno risponderne, moralmente verso i sammarinesi e, se del caso, penalmente verso la giustizia.
La “giuria biancazzurra” non ha barato ma ha espresso secondo autonomo giudizio il suo voto? In tal caso, personalmente, uno ad uno, senza nascondersi, rendano palese con le iniziative più consone e autorevoli che si sentono calunniati dall’Ebu nella loro dignità…
La stessa San Marino Rtv e, al suo pari, il Governo sammarinese, mettano in atto al più presto contro i responsabili di questa figuraccia internazionale le iniziative necessarie nelle sedi competenti.
Ma, soprattutto, fin da ora, ci si faccia tutti una domanda: è il caso di continuare a destinare centinaia di miglia di euro per iniziative canore più sensibili alla geopolitica che non al concatenamento armonico delle note, oggi peraltro cadute al livello di autorevolezza evidenziata in quest’ultima stagione?
Enrico Lazzari