Europa, “adesso e? ora di reagire”!

bandiera-europaLe strategie politiche si sono dunque rivelate un’arma a doppio taglio: inizialmente, il Primo Ministro Cameron, prossimo alle dimissioni, sperava di guadagnare maggior potere negoziale nei confronti dell’Unione Europea avvalendosi dello sperato “remain”, tuttavia, la politica non ha considerato l’aspetto tecnico e la percezione del popolo inglese (rispetto anche agli ultimi avvenimenti internazionali).

Infatti, la crisi finanziaria, prima, e la crisi terroristica, poi, hanno inciso pesantemente sui timori e per certi aspetti sulle paure anche legittime del popolo inglese. Ad oggi, la politica non sembra quindi aver interpretato correttamente ne? il timing per attuare le c.d. strategie politiche e/o negoziali ne? il volere popolare. Gli antieuropeisti hanno cosi? ottenuto un’argomentazione nonche? un precedente a sostegno della loro tesi, aggravando il timore che i tre pilastri dell’Unione Europea – 1°) la dimensione comunitaria, 2°) la politica estera e di sicurezza comune e 3°) la cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale – non reggano piu? il peso delle sfide comuni ai paesi. San Marino, Andorra e Monaco sono coinvolti nel processo associativo con l’Unione Europea, ponendosi controcorrente agli ultimi accadimenti.

Tale fattispecie, parzialmente sui generis, dovrebbe spingere la politica sammarinese a interrogarsi sui significati del negoziato in corso: sarebbe ragionevole pensare che i poteri negoziali potrebbero cambiare il loro equilibrio poiche? qualora la contingenza determinasse la forza della leva negoziale, il negoziatore dovrebbe cogliere l’attimo e rappresentare il proprio valore non piu? correlato alla dimensione, ma al significato del gesto.

I negoziati di associazione con i piccoli Stati potrebbero rappresentare l’opportunita? di aiutare la famiglia europea, riconoscendone al contempo le esigenze e tutelando le specificita? di tutti anche in ragione delle motivazioni che hanno portato alla BREXIT.

Inoltre, a livello internazionale, si potrebbe pensare che i dibattiti e i confronti su tematiche internazionali europee tornino a essere discussi nell’antico tempio della democrazia europea: il Consiglio d’Europa (CoE) che rappresenta l’emblema storico della lotta per i diritti dell’uomo, per lo stato di diritto e per la democrazia.

Lo stesso Segretario Generale del CoE T. Jagland ha dichiarato: “La decisione democratica presa in questo referendum deve essere rispettata. Ora, il miglior modo di procedere e? che l’Unione europea, conformemente alle sue tradizioni, lavori insieme al Governo britannico per giungere al risultato piu? accettabile per i cittadini del Regno Unito e dell’Europa. Dovremmo ora concentrarci su cosa unisce la nostra famiglia di nazioni europee: democrazia, diritti umani e stato di diritto”.

In conclusione, l’Europa dovrebbe affrontare con fermezza la contingenza, pensando che la crisi rappresenti l’opportunita? di migliorare il sistema europeo, dimostrando che i membri di una famiglia si aiutano l’un l’altro nei momenti di difficolta? essendo in grado di comprendere le esigenze di tutti perdonandone anche gli errori con l’obbiettivo comune di costruire un futuro migliore, come dichiaro? Schuman, “step by step”.

MARCELLO FORCELLINI – BEATRICE BALLESTRERO – EMILIANO RINALDI

La Tribuna