Europa: che spettacolo! … di Sergio Pizzolante

C’è un significato politico nella vittoria dell’Ucraina all’Eurovision? Si c’è!
È evidente.
Prima cosa.
La direzione dello spettacolo ha estromesso la Russia dalla competizione, il pubblico europeo ha apprezzato e ha votato in massa per l’Ucraina. Scelta netta. E chiara.
La canzone dei ragazzi ucraini diventerà un inno europeo. Vedrete.
Seconda cosa.
Il voto popolare è stato un urlo pro Ucraina.
Il cosiddetto “voto di qualità”, quello degli addetti ai lavori, dei singoli paesi, ha visto quasi tutti i paesi confinanti o vicini all’Ucraina votare per i ragazzi ucraini.
La Moldavia, la Polonia, la Romania. Altri.
La Finlandia ha votato per la Svezia.
Sono i due paesi che hanno deciso di entrare nella NATO.
In un grande spettacolo europeo, con una tremenda guerra in corso, in Europa, la guerra ha avuto il sopravvento. È un fatto politico.
Nella prima serata di martedì, in Italia, lo show, è stato visto da 5.523.000 spettatori. 27,4% di share. Fra i ragazzi compresi tra i 15 e i 24 anni il 41.3%. Il 34% fra i laureati.
Sono scelte e numeri, in Italia e in Europa che ci dicono molto del tessuto, degli umori, dei sentimenti, politici e antropologici insieme, che vivono in questa parte dell’Occidente.
In questo tragico momento.
Quasi tutti i gruppi, di quasi tutti i paesi, sventolavano la bandiera ucraina.
Quella bandiera rappresenta la pace possibile.
È vera.
Scelta chiara, diretta, forte. Dalla parte di chi è aggredito. Di chi combatte perché sceglie la libertà europea e non il terrore russo.
È una Europa schierata.
I Maneskin hanno detto che chi non si schiera è un paraculo. Punto. Chiaro.
Non tutto è tragedia. Quindi. C’è luce.
Sempre nella serata di martedì, gli show paraculi, sotto forma di Talk, DiMartedì di Floris
e Cartabianca, hanno ottenuto il 6,2% e il
5.7 di share.
Con pubblici vecchi, umorali, sospettosi, cinici, rancorosi, con residui bellici di ideologie assassine che danno il peggio di se nei momenti peggiori, che votano per la resa degli ucraini, che ascoltano la propaganda diretta dei filo russi e dei russi, che se non parlano bene del dittatore vanno in galera. E spacciano come libertà di informazione la disinformazione. Con le bandiere della “pace”, quella non vera, da sempre sventolate contro l’Occidente e la libertà.
È un mondo rancido. Perverso. Buio. Spazzatura.
Ma fuori di questo tunnel c’è luce.
Anzi i ragazzi che hanno premiato i ragazzi ucraini, questo tunnel nemmeno lo vedono.
Per fortuna.