Europa League: Atalanta decimata, ma obiettivo ottavi

Malinovskyi, quello del pari annullato a Firenze per il fuorigioco del neo papà (di James) Hateboer da silenzio stampa, in coppia con Boga, o tutti e due ai lati di un falso nove? L’Atalanta dei cinque assenti, compreso Ilicic fuori dalla lista Uefa, si avvicina snervata da dubbi e polemiche al ritorno dei playoff di Europa League di giovedì al “Karaiskakis” contro l’Olympiacos. In attesa della rifinitura del mercoledì mattina cui seguirà il volo da Orio al Serio, bocche cucite alla ripresa a Zingonia sulle tempistiche del recupero dagli infortuni ai flessori di Zapata, Palomino (il meno grave) e Muriel, mentre Miranchuk (bicipite femorale) è atteso al rientro a marzo.

Al Pireo ci sarà da gestire il risicato vantaggio della vittoria in rimonta a Bergamo grazie alle due fiammate da palla inattiva di Djimsiti, atteso in conferenza stampa della vigilia insieme all’uomo in panchina, diciannovesimo marcatore stagionale in una squadra non più da cento e oltre, come testimoniano i 46 gol in 25 turni di campionato, media migliorata dal paio secco a partita nelle coppe. L’allenatore Gasperini, squalificato per la Samp lunedì prossimo, deve fare di necessità virtù e magari usare lo spazio come centravanti secondo il refrain del suo faro Guardiola, perché la società, passata di mano sabato scorso con la cordata Pagliuca al 47,3% contro il 38,7 dei Percassi, non gli prenderà Diego Costa né Pellè. Pasalic, così così da 9 tattico nel secondo tempo a campi invertiti, a livello di marcature è fermo alla tripletta al Venezia del 30 novembre scorso, l’ultima delle appena tre vittorie casalinghe in A dei suoi, e alla partecipazione al 6-2 a Udine il 9 gennaio, unico acuto del 2022 dentro i confini. Tre pari nelle ultime cinque, al netto dei successi in Europa e coi veneti nella coppa nazionale, non si possono spiegare soltanto con l’emergenza Covid-19, limitata agli 0-0 contro Inter e Lazio. L’1-1 con la Juventus era parso un passo avanti, ma la porta resta un miraggio. La risposta alla penuria di punte non sembra essere l’ivoriano, timbro nel quarto del trofeo della coccarda (perso) con la Fiorentina, in calo al “Franchi” e precedentemente abulico col Cagliari. Difficile trovare un tampone nell’aggregato De Nipoti, esordio all’Olimpico, robusto e abile a tenere palla facendo salire la squadra ma con due sole reti nella Primavera in stagione. Il sorriso è per la designazione arbitrale: Carlos del Cerro Grande è lo stesso dei trionfi di Anfield Road (Ilicic e Gosens) e Amsterdam (Muriel) il 25 novembre e 9 dicembre 2020 in Champions League.
   


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