Europei: razzismo; Sancho, l’odio non vincerà

(ANSA) – ROMA, 15 LUG – “Mi sono preso qualche giorno per
riflettere sulla finale di domenica scorsa e tuttora provo un
miscuglio di emozioni. Vorrei chiedere perdono ai miei compagni,
allo staff tecnico e, soprattutto, ai tifosi che ho deluso.
    Questo è, sicuramente, il peggior sentimento che ho avvertito
nella mia carriera, ed è difficile spiegarlo con le parole”.
    Comincia così una lunga lettera aperta postata sui social da
Jadon Sancho, uno dei tre calciatori che hanno sbagliato i
rigori nella finale europea di Wembley e che poi hanno subito
raffiche di insulti, molti dei quali a causa del colore della
loro pelle.
    “Ma in questo torneo ci sono stati tanti aspetti positivi –
continua il 21enne calciatore appena passato dal Borussia
Dortmund al Manchester United -, da cui trarre degli
insegnamenti, anche se pensiamo che questa sconfitta continuerà
a farci male per parecchio tempo”. “Il mio primo pensiero prima
di qualsiasi partita – continua Sancho – è ‘oggi posso aiutare
la squadra?’ ‘oggi segnerò o creerò delle occasioni?’ E questo è
esattamente ciò che avrei voluto fare con il mio rigore: aiutare
la mia squadra. Ero pronto, e fiducioso nel tirarlo. Questi sono
i momenti che uno sogna da bambino, e per i quali gioca al
calcio, le situazioni di pressione in cui vuoi stare come
calciatore. Ho segnato rigori a livello di club, mi ci sono
esercitato innumerevoli volte con il club e la nazionale, e
quindi ho scelto il mio angolo, però questa volta ero destinato
a non fare centro”.
    Detto che “tutti avevamo le stesse ambizioni e lo stesso
ambizioni, volevamo portare a casa quel trofeo”, Sancho passa al
tema che più gli sta a cuore: “non farò finta di non aver
percepito gli insulti razzisti che i miei fratelli Marcus,
Bukayo (Rashford e Saka ndr) e io abbiamo subìto dopo la
partita, però purtroppo non c’è nulla di nuovo. Come società
dobbiamo migliorare e responsabilizzare queste persone. Ma
l’odio non vincerà mai. A tutti i giovani che hanno subito
abusi di questo tipo, dico di continuare ad andare in giro a
testa alta e che continuino ad inseguire i loro sogni”. “Sono
orgoglioso – conclude – di questa nazionale inglese e di come
abbiamo unito tutto il paese dopo 18 mesi che sono stati
difficili per tanta gente”. (ANSA).
   


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